Con l’obiettivo di focalizzarsi sulle infrastrutture, la società parrebbe intenzionata a cedere Mercury, Autonomy e Vertica.
La riorganizzazione sfociata lo scorso anno nella scissione della vecchia
Hewlett-Packard porta con sé effetti che continuano a perdurare anche nella nuova configurazione.
Soprattutto quella che è diventata
Hpe pare tuttora alle prese con la necessità di focalizzarsi maggiormente sul core business delle
infrastrutture, anche liberandosi di alcune componenti, come i
servizi (già
scorporati e integrati in Csc) e qualche pezzo dell’offerta
software, costruita in passato con diverse acquisizioni.
Secondo
Bloomberg, Hpe avrebbe avviato negoziazioni per cedere
Autonomy,
Vertica e
Mercury. La prima fu rilevata nella gestione Apotheker della ex-Hp (2011) per 10,24 miliardi di dollari. L’anno successivo, tuttavia, venne a galla una frode contabile messa in atto dalla vecchia dirigenza, che richiese un ulteriore stanziamento di 8,8 miliardi di dollari per il risanamento.
Anche Vertica fu acquisita nel 2011 per 350 milioni di dollari. La società propone un software di
elaborazione analitica di database, tutt’oggi al centro dell’offerta big data di Hpe. Nel 2013, infatti, fu lanciata la piattaforma analitica
Haven, dove erano stati integrati glu strumenti di Vertica, Idol (derivata da Autonomy) e Distributed R.
Infine, l’acquisizione di Mercury risale al 2006, per un valore di 4,5 miliardi di dollari. La società, fondata nel 1996, aveva sviluppato un’offerta nel settore dell’
Application Performance Management (Apm), che comprendeva strumenti per la quality assurance, la governance It (Itil e Itsm) e di diagnostica.
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