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Il supporto della realtà virtuale nelle terapie riabilitative

Partito all’Istituto Auxologico di Milano il progetto Cave, che si concretizza in una stanza dotata di strumenti di telepresenza immersiva per la cura di patologie motorie.

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Qualche anno fa la realtà virtuale sembrava la nuova frontiera tecnologica destinata a cambiare numerosi scenari economici e produttivi. Superata una fase di rallentamento dell’interesse, oggi il tema è tornato d’attualità soprattutto grazie all’integrazione nei videogiochi.
Pochi sanno, tuttavia, che il secondo ambito di applicazione, dopo quello ludico, è oggi quello auxologico-giuseppe-riva.jpgsanitario. Fra gli istituti più avanzati a livello mondiale nella ricerca sul fronte della realtà virtuale applicata alle terapie riabilitative, troviamo l’Irccs Auxologico Italiano di Milano: “Proprio nella nostra struttura – ricorda Giuseppe Riva, direttore del Laboratorio di Tecnologia Applicata alle Neuroscienze – è partito, nel 1996, il primo progetto di ricerca europeo sulla realtà virtuale, che si chiamava Vrepar, si occupava di riabilitazione psico-neurofisiologica e ha utilizzato la tecnologia in diversi trial clinici randomizzati con oltre 700 pazienti”.
All’epoca si utilizzavano i caschi, per consentire alle persone di visualizzare e interagire con gli ambienti virtuali creati per loro, mentre oggi anche questo vincolo è stato superato, aprendo il campo a nuove sperimentazioni e applicazioni su diverse tipologie di pazienti, per curare anche disturbi provocati dall’ansia (fobie, stress, disturbi post-traumatici) e all’interno delle terapie multidisciplinari di obesità e disturbi alimentari.
Su queste basi, è partito il progetto Cave, promosso dall’Istituto Auxologico di Milano, ma realizzato con “il fondamentale supporto del ministero della Salute – ha sottolineato il direttore scientifico della struttura, Alberto Zanchettiche ha contribuito per il 50% al finanziamento, complessivamente in conto capitale di circa un milione di euro”.
Il Cave non è altro che una stanza, nella quale si applica la Telepresenza Immersiva Virtuale (Tiv) per supportare il recupero funzionale delle abilità nei pazienti affetti da disturbi cognitivi nelle fasi iniziali, problemi motori legati a ictus o malattia di Parkinson, oltre ai già citati disturbi psicologici. I programmi di riabilitazione si basano sull’esecuzione di attività con livelli di difficoltà graduabili all’interno del dispositivo immersivo, che simula in modo estremamente realistico e interattivo situazioni e contesti di vita quotidiana. Il paziente viene dotato di occhiali e joypad per interagire con ciò che vede, mentre unaauxologico-marco-stramba-badiale.jpg serie di sensori traccia il comportamento e guida i movimenti: “Tutti i trattamenti studiati sono personalizzati sui pazienti – spiega Marco Stramba-Badiale, direttore del Dipartimento Geriatrico-Cardiovascolare e del Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Riabilitazione e Medicina Cerebrovascolare dell’Auxologico di Milano – ed è così possibile riprodurre ambienti familiari ai soggetti in cura, soprattutto nel caso di anziani o persone con problemi di memoria, impostando un processo riabilitatorio che può proseguire a domicilio, rendendo gli effetti duraturi nel tempo”.
Dal punto di vista strettamente tecnologico, il Cave è un sistema integrato che permette di ricostruire una realtà vera, considerando le sollecitazioni cognitive, uditive e visive (e nello sviluppo del progetto pure olfattive e tattili). Grazie alla visione 3D stereostopica, legata a un sistema di tracciamento della posizione, il sistema permette una corretta lettura degli spazi, dei volumi e delle distanze, dando così la netta sensazione di essere immersi all’interno della scena virtuale proiettata sugli schermi.
Forge Reply è stato il partner tecnologico scelto da Istituto Auxologico nella progettazione e realizzazione del Cave, con la possibilità di declinare per la prima volta sistemi di realtà virtuale immersiva in ambito medicale sul territorio nazionale: “Il livello di competenza messo in campo è stato estremamente elevato – illustra Paolo Capitelli, Associate Partner at Forge Reply -. Basti pensare al lavoro necessario per sincronizzare le immagini sulle pareti nella stanza, per evitare il problema della cosiddetta motion sickness. Si è trattato di un progetto di grande complessità, dove le conoscenze tecnologiche avanzate si sono combinate con quelle mediche e psicologiche. Ciò che avviene nel Cave, inoltre, dà origine a un insieme di dati, che può essere in seguito analizzato e messo a disposizione di nuove evoluzioni”.
Il servizio è attualmente disponibile per i pazienti interni (ricoverati e in ciclo Mac) presso l'Istituto Auxologico Italiano, ma verrà presto attivato anche per i non degenti, in forma ambulatoriale, presso un’altra sede. L'accesso avviene previa visita specialistica con un’equipe composta da un fisiatra, un geriatra e un neurologo. Il percorso prevede da 8 a 10 sedute di realtà virtuale (da 60 minuti ciascuna) per 2 volte alla settimana. 
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