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Le tecnologie mobile rendono le aziende più produttive

Coloro che hanno investito nel mobile hanno registrato un aumento della produttività (16%). I risultati della ricerca di The Economist Intelligence Unit

Trasformazione Digitale
L'adozione delle tecnologie mobile aiuta le aziende ad essere più performanti. E' quanto emerge dalla ricerca The Mobile Employee Impact. Dallo studio - commissionato da Aruba, azienda acquisita da HPE, econdotto a livello globale da The Economist Intelligence Unit (EIU)  -  si evince che le aziende che hanno da più tempo investito nel mobile hanno registrato un aumento della produttività (16%), della creatività (18%), della soddisfazione (23%) e della fidelizzazione (21%).

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La possibilità di collaborare efficacemente è considerata a livello globale il fattore più importante con conseguenze sulla creatività (38%). Per contribuire a migliorare la collaborazione, il 42% delle aziende sta utilizzando oggi strumenti di digital collaboration che funzionano su tecnologia mobile, un dato che sale al 56% nel Regno Unito. Le app per il messaging mobile come WhatsApp sono presenti nel 31% delle aziende. Infine, la possibilità di lavorare sempre e ovunque è la condizione con il maggior impatto sulla produttività dei dipendenti, indicata dal 49% degli intervistati. Inoltre, il 38% dei dipendenti identifica questa condizione come quella più importante per la soddisfazione nei confronti del datore di lavoro.

Questo report - dice Pete Swabey, senior editor della Economist Intelligence Unit - dimostra che i CIO hanno l'opportunità di sfruttare la tecnologia mobile per migliorare l'esperienza dei dipendenti, e quindi la produttività, la creatività, la fidelizzazione e la loro soddisfazione. Si tratta di una svolta rispetto ai tradizionali obiettivi di efficienza e ottimizzazione dei costi che permette all'IT di offrire un contributo più significativo sia alle ambizioni strategiche dell'azienda sia alla vita di chi ci lavora”.

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“Sebbene altri studi in passato abbiano riconosciuto l'impatto positivo di una maggiore mobilità sul coinvolgimento del personale, la misurazione dei risultati di business è sempre stata elusiva. Con  questo report li possiamo invece quantificare, commenta Chris Kozup, VP of Marketing di Aruba, una società Hewlett Packard Enterprise. Oggi la maggior parte di aziende e dipendenti si rende conto che un approccio mobile-first può avere un impatto positivo sul business. Il fatto che le organizzazioni possano incrementare del 16% la produttività del personale o che i responsabili HR possano aumentare la fidelizzazione di oltre una persona su cinque, ci spinge a credere che sempre più aziende faranno del mobile una priorità di investimento. ”

l sondaggio condotto su 1.865 dipendenti di tutto il mondo ha dimostrato come molti di essi siano consapevoli dei vantaggi offerti dagli ambienti di lavoro mobili, tanto che sei intervistati su dieci (60%) hanno affermato di essere più produttivi grazie alla tecnologia mobile mentre altri quattro su dieci (45%) attribuiscono alla tecnologia mobile un aumento della propria creatività. Lo studio ha confermato anche come la maggior parte dei dipendenti abbia ora accesso a dispositivi mobili, come laptop e smartphone, in ambiente di lavoro.

Dai risultati dello studio di EIU, l'età degli intervistati non sembra influire sul grado di impatto che la tecnologia ha in termini di prestazioni e coinvolgimento. Anzi, i risultati della ricerca smentiscono la percezione che il lavoro mobile sia dominio delle generazioni più giovani, rendendo ancora più necessario per le aziende il passaggio prioritario alla tecnologia mobile.

La ricerca distingue tra pionieri nell'adozione delle nuove tecnologie, ovvero coloro che Aruba definisce #GenMobile, e coloro che invece sono in ritardo rispetto a questo approccio. I primi sono quelli che più frequentemente affermano di essere resi maggiormente produttivi dalla tecnologia (il 72% contro il 50% dei ritardatari), maggiormente soddisfatti (59% contro 48%), maggiormente creativi (52% contro 40%) e maggiormente fidelizzati nei confronti della propria azienda (44% contro 31%).









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