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L'IoT, un'opportunità per l'Europa

Secondo i consulenti di At Kearney, l'unione europea potrebbe guadagnare sette punti di Pil entro il 2025, grazie allo sviluppo degli oggetti connessi.

Cloud
Potrebbe essere il mondo degli oggetti connessi a consentire all'Europa di colmare il ritardo tecnologico con i paesi più avanzati? La società di consulenza At Kearney ha realizzato uno studio che evidenzia come questa tendenza rappresenti una significativa opportunità per il Vecchio Continente, che potrebbe arrivare a guadagnare fino a sette punti di Pil entro il 2025. L'Internet of Things (IoT), infatti, potrà creare valore fino a 1000 miliardi di euro in questo lasso di tempo.
At Kearney fa distinzione fra diversi livelli di impatto del movimento IoT sull'economia europea. Le soluzioni più prossime agli oggetti connessi (vendita di hardware, come orologi o altri dispositivi, o di servizi attraverso piattaforme) dovrebbero generare un mercato pari a 80 miliardi di euro nel 2025.
 

Prospettive di guadagno più che allettanti

L'impatto del fenomeno Internet delle Cose dovrebbe però essere percepito in tutti gli ambiti dell'economia, attraverso incrementi nel potere d'acquisto per i consumatori (circa 300 miliardi di euro, soprattutto grazie all'economia dei consumi energetici) e alla monetizzazione del risparmio di tempo, che corrisponde, per esempio, alle ore non trascorse in mezzo al traffico grazie alle autovetture intelligenti o ai miglioramenti nella salute grazie ai progressi medici dovuti agli oggetti connessi (210 miliardi di euro). Le imprese, inoltre, dovrebbero trarre ampi benefici dall'aumento di produttività, che rappresenterebbero un valore economico pari a 430 miliardi di euro.
At Kearney assicura che le cifre indicate rappresentano dei guadagni netti e che tu la potenziale distruzione di valore verrà sostituita in reinvestita in questa economia. Pertanto, un euro investito oggi nell'Internet of Things restituirà in 10 anni un valore moltiplicato 12 volte. Secondo la società di consulenza, l'effetto di leva sarà più importante rispetto all'economia tradizionale o a quella legata alla prima ondata di Internet, ovvero quella delle persone, perché si tratta di integrare sensori negli oggetti o nei processi già esistenti, migliorandone l'efficacia. 

La sfida della standardizzazione

I settori che registreranno un impatto più significativo legato alla mutazione IoT dovrebbero essere i trasporti (245 miliardi di euro di Pil in più nel 2025), la sanità (235 miliardi) e la vita domestica (165 miliardi). Già oggi, i trasporti sono al centro delle attenzioni dei professionisti degli oggetti connessi, che guardano agli sviluppi nel car sharing, nelle vetture self-driving e nelle smart cities.
L'Europa, tuttavia, deve ancora fronteggiare importanti ostacoli. Oggi, infatti, gli attori meglio posizionati per trarre profitto dalla nuova economia sono i giganti americani e asiatici. I governi continentali e l'Unione Europea dovrebbero agevolare lo sviluppo di start-up con idee ad alto potenziale di sviluppo su scala mondiale. At Kearney consiglia di spingere su una maggior apertura di settori regolamentati, come la sanità, o sviluppando una vera politica comune sul fronte degli standard, una delle principali sfide per tutto il settore.
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