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Debito pubblico: Unimpresa, agli investitori esteri record di Bot e Btp

Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi: "Dipendiamo meno dall’estero e questo è un bene".

Mercato e Lavoro
Record di bot e btp per gli investitori esteri che detengono il 29% dei titoli pubblici in circolazione, pari a oltre 534 miliardi. Nella classifica dei detentori di obbligazioni emesse dal Tesoro, ci sono poi le banche italiane con 364 miliardi (20%), le assicurazioni italiane con 286 miliardi (15%), le famiglie italiane con 242 miliardi (13%), la Banca d’Italia con 126 miliardi (7%), la Banca centrale europea con 60 miliardi (3%), i fondi di investimento italiani con 58 miliardi (3%).
Questi i dati di un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui sono in circolazione 1.829,8 miliardi mentre il debito pubblico ammonta a 2.095,9 miliardi. Ma in Italia, complessivamente, risiedono due terzi di titoli pubblici (67%) per un totale di 1.235 miliardi, mentre all’estero risultano più di 594 miliardi (32%).
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della Banca d’Italia, su 2.095,9 miliardi complessivi di debito pubblico 1.829,8 miliardi corrispondono a titoli di Stato, cioè bot, btp, cct, ctz..
La Banca centrale europea detiene obbligazioni emesse dal Tesoro pari a 60,3 miliardi (3,30%) del totale, gli investitori stranieri (per lo più banche) detengono 534,3 miliardi (29,20%): in totale la quota di bond pubblici italiani detenuta all’estero è pari a 594,6 miliardi (32,50%).
Dentro i nostri confini, la Banca d’Italia ha titoli pubblici per 126,2 miliardi (6,90%), nei portafogli delle famiglie ci sono bot, btp, cct e ctz per 242,4 miliardi (19,90%), le banche hanno titoli per 364,1 miliardi (15,65%), le assicurazioni per 286,3 miliardi, i fondi d’investimento per 58,5 miliardi; altri 157,3 miliardi (8,60%) sono suddivisi tra altri investitori italiani non classificati: complessivamente, la quota di bond pubblici italiani in mano a investitori italiani è pari a 1.235,1 miliardi (67,50%).
“Dipendiamo meno dall’estero e questo è un bene. Questa situazione dovrebbe dare spinta e coraggio al governo per dare impulso alle riforme, sulle quali non pende più la spada di Damocle degli investitori stranieri sempre pronti a dettare la legge anche lontano da casa” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
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