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Oracle sfida Amazon

Per Larry Ellison, AWS è il nemico numero uno, ma il vero business cloud di Oracle è nelle componenti SaaS e PaaS

Cloud
Nonostante il cloud rappresenti ancora una minima parte della spesa globale IT è su questo nuovo paradigma che si gioca la competizione futura. E per quanto estrema e utopistica possa essere oggi l’idea di uno zero data center - una dimensione nella quale tutte risorse infrastrutturali sono allocate in cloud - è del tutto evidente che una spesa sempre più consistente è  di derivazione as a service, una tendenza destinata ad accelerare ulteriormente. 

Gli incumbent dell’IT hanno fatto le loro scelte e individuato strategie per riuscire a rendere economicamente coerente un mercato legacy - fatto di infrastrutture, applicazioni e soluzioni sviluppate secondo una logica on premise, e sostanzialmente legato a un client/server di vecchia maniera - e un mercato sostenuto da esigenze di mobile computing, big data, social che per sua stessa natura, trova un punto di convergenza nel cloud.

In gioco è supremazia che gli incumbent hanno per lungo tempo esercitato nell’informatica d’impresa. Se da una parte vi sono aziende come IBM e Microsoft che hanno deciso di diventare esse stesse realtà in grado di offrire un’alternativa a quanto vanno proponendo aziende nate sull’onda dell’affermazione di Internet come Amazon e Google, dall’altra vediamo aziende che rimangono fondamentalmente legate alla capacità di soddisfare la domanda tecnologica infrastrutturale on premise, come Dell e HP, piuttosto che aziende come Oracle e Sap, che vivono in una sorta di terra di mezzo, proiettate sì verso il cloud, ma senza porsi come alternativa di computing as a service.  

Per Oracle il concorrente numero uno, come affermato da Larry Ellison nel corso dell’Open World, è Amazon. In gioco un valore di mercato altissimo, quello del database, valutato intorno a circa 40 miliardi annui. Un mercato che sta gradualmente spostandosi verso il cloud. Nel secondo trimestre dell’anno il fatturato AWS generato da servizi di database è cresciuto del 127%. Certo, in valori assoluti AWS è nulla rispetto a Oracle. Secondo IDC la share di Oracle è del 35% mentre AWS ha meno dell’1%. Per Oracle significa riuscire ad offrire ai propri clienti un percorso di estensione e/o migrazione al cloud all’interno di una propria dimensione di servizio e infrastrutturale. Come? Ancora non si è capito: sarà Oracle a offrire tutta l’infrastruttura di data center?

Il business cloud di Oracle è nelle componenti SaaS e PaaS non tanto nella componente IaaS, del tutto minoritaria. Significa che servizi Oracle vengono oggi fruiti tramite infrastruttura AWS.  Il vantaggio per Oracle è poter proporre un’evoluzione dell’ambiente informatico che parte dai fondamentali, ovvero dalle applicazioni in esercizio. Amazon ha avuto la fortuna di avere intercettato una domanda innescata per lo più da internet companies e startup, soggetti per i quali non esiste un legame legacy.

Ben più difficile è riuscire a intercettare una domanda sollevata da parte di aziende medium business e corporate. E’ pur vero che all’interno delle imprese nascono progetti satelliti che possono vivere in una bolla cloud senza interferire con l’esistente, ma la vera sfida è la creazione di un ambiente ibrido che sappia coniugare soluzioni pregresse con nuove risorse in cloud. Ed è in questa dimensione che si sta misurando la politica intrapresa da Oracle. Vi sono peraltro database workload che difficilmente possono essere traslati in cloud, e sono aziende come Oracle e non AWS ad avere una maggiore capacità nel compiere con successo un eventuale riposizionamento. 

Daniel Ives, equity analyst di FBR & Co, afferma che se da una parte vi sono aziende come Amazon e Microsoft che sono riuscite a capitalizzare il cloud, dall’altra vi sono aziende come Oracle che devono ancora trovare una propria strada. L’impressione è che Oracle non stia rispondendo in modo soddisfacente alle aspettative che si erano formulate qualche anno fa. Nell’ultimo trimestre applicazioni e servizi di piattaforma Oracle hanno prodotto un fatturato di 451 milioni di dollari, registrando un aumento del 34%. Nelle stesso periodo il fatturato infrastrutturale è stato di 160 milioni con un aumento del 16%. I progressi di Oracle sono ben diversi da quelli di Amazon il cui business è cresciuto nello stesso periodo del 78% per un valore di 2,1 miliardi di dollari. Per l’intero anno fiscale il volume d’affari di Oracle associato al cloud – SaaS e PaaS – si prevede comunque che possa registrare una crescita del 50%, mentre la componente IaaS dovrebbe chiudere con più limitate performance e un aumento compreso tra il 5 e il 9 percento.   
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