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Amd cede in (larga) parte a Fujitsu l'attività di assemblaggio

Chiuso il terzo trimestre 2015 197 milioni di dollari di perdite, il produttore di chip ha deciso di alleggerirsi di parte del proprio business.

Mercato e Lavoro
Non vanno bene le cose in casa Amd, anche se qualche spiraglio di ripresa all'orizzonte sembra apparire. Il produttore di chip ha chiuso il terzo trimestre dell'esercizio fiscale 2015 con una perdita di 197 milioni di dollari, ancor più stridente se rapportata ai 17 milioni di utile prodotti l'anno precedente.
Anche il giro d'affari è in calo, precisamente del 25,9%, essendo passato in 12 mesi da 1,43 a 1,06 miliardi di dollari. L'unico dato positivo e la crescita del 13% del fatturato rispetto al trimestre precedente.
A segnare pesantemente il passo è soprattutto la divisione Computing and Graphics, che ha visto calare del 46% il volume d'affari (424 milioni di dollari), con una perdita operativa di 181 milioni di dollari nel terzo trimestre 2015. In sostanza, i processori e le schede grafiche appesantiscono seriamente i risultati di Amd.
Meglio vanno le cose per la divisione Enterprise, Embedded and Semicustom, con vendite e stabili negli ultimi 12 mesi (637 milioni di dollari) e un utile operativo di 84 milioni di dollari. In quest'area rientrano i processori destinati alle console e ai server.
Per tentare di recuperare rapidamente terreno, la principale rivale di Intel ha deciso di ridurre il 5% i propri effettivi e di esternalizzazione alcuni servizi. A tale scopo, è stata annunciata la creazione di una impresa congiunta con la cinese Nantong Fujitsu Microelectronics (Nfme), nella quale saranno raggruppate le attività di assemblaggio e test dei semiconduttori, attraverso stabilimenti basati nel sud-est asiatico, in particolare in Cina.
In termini pratici, Amd rivenderà a Nfme l'85% della propria partecipazione nelle succitate attività, in cambio di una somma pari a 320 milioni di dollari dopo le tasse. In questo modo, l'azienda potrà far respirare la propria liquidità, scesa questo trimestre a 755 milioni di dollari. Ufficialmente, l'operazione viene presentata come una joint-venture, ma di fatto si tratta di una cessione, che dovrà essere validata entro giugno 2016.
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