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F-Secure, non sottovalutate la sicurezza del BYOD

Troppe aziende mettono a rischio i loro dati sensibili, non dando priorità alla sicurezza dei dispositivi personali dei loro dipendenti

Trasformazione Digitale
Secondo una recente ricerca di F-Secure, che ha coinvolto 1780 professionisti di aziende europee, sono ancora poche le organizzazioni in grado di garantire sicurezza in ambienti dove si utilizzano dispositivi mobili.

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Nonostante  il 92% si dichiari d'accordo sul fatto che la gestione della sicurezza diventerà prioritaria nei prossimi 12 mesi e l’87% affermi che la tendenza ad utilizzare i dispositivi personali per scopi lavorativi (BYOD) rende la sicurezza una sfida più complessa, solamente il 36% dispone di una soluzione per la gestione dei dispositivi mobili che protegga dai rischi di sicurezza legati ai BYOD.

Questo problema è stato riscontrato particolarmente nelle aziende con 25-199 dipendenti. Queste aziende, afferamno gli autori della ricerca, non riescono infatti a stare alla pari delle aziende più grandi nella protezione dei dispositivi BYOD e dei dispositivi mobili in generale. Tra le lacune specifiche di questo segmento si evidenzia che:
  • Solo il 29% possiede una soluzione di gestione dei dispositivi mobili, rispetto al 36% della media del campione.
  • Solo il 29% implementa soluzioni di sicurezza mobile per telefoni e tablet, rispetto al 37% della media del campione.
  • Solamente il 41% usa reti VPN, rispetto al 50% della media del campione.
  • Il segmento annovera tra le maggiori priorità odierne la fluidità delle operazioni IT, la protezione antivirus e anti-malware e la protezione contro attacchi informatici mirati al furto di informazioni finanziarie, proprietà intellettuale e dati di dipendenti e clienti, mentre definisce meno prioritaria la messa in sicurezza di intere gamme di dispositivi o, in altre parole, la sicurezza mobile.
Secondo Jarno Niemela, F-Secure Security Researcher, considerare in modo erroneo la peculiare necessità di protezione dei dispositivi BYOD rappresenta una seria lacuna nella sicurezza degli endpoint e questo potrebbe esporre le aziende proprio a quei problemi che tentano di evitare. “Immaginare che la sicurezza dell’endpoint sia una priorità minore, ovvero negare la necessità di sicurezza dei dispositivi BYOD vuol dire essenzialmente non capire quali siano le potenziali vulnerabilità. “Mettereste in funzione un PC aziendale che non dispone di un sistema di sicurezza dell’endpoint? si chiede Niemela. Ovviamente no. Allora perché fornire accesso a e-mail o altri patrimoni aziendali da dispositivi BYOD non sicuri?” 
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