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Flash ovunque?

Come trarre vantaggio dalla tecnologia flash? Nella maggior parte di casi, osserva George Teixeira, CEO di DataCore, il vantaggio è riposto nell'integrazione di pool di risorse eterogenee

Cloud
* George Teixeira, CEO di DataCore Software

george-teixeira-2015.jpgLa tecnologia flash sembra oggi trovare collocazione naturale nella struttura di storage e si sta gradualmente integrando con le esistenti tecnologie basate su dischi. L’eccessivo entusiasmo intorno a questa tecnologia sta lentamente scemando per tornare a livelli più normali, come si può notare dal risultante consolidamento dei produttori. Questo indispensabile processo dimostra che la flash, anche se riconosciuta come capace di cambiare le regole del gioco, ha bisogno di essere utilizzata in modo più pratico e integrata con le tecnologie a disco esistenti.

Nella nostra recente Global Survey su 500 professionisti IT realizzata ad aprile 2015, oltre la metà degli intervistati (53 per cento) ha detto di avere attualmente meno del 10 per cento della capacità allocata su storage flash. Il numero dei partecipanti che dichiara di avere oltre il 40 per cento del suo storage su questa tecnologia è limitato al 9 per cento.

La flash si è dimostrata eccellente in carichi di lavoro specializzati che richiedono elevate velocità di lettura, come nei database, ma non una soluzione conveniente per tutti i carichi. Per questo al momento costituisce ancora una piccola frazione dello storage installato complessivo. Di contro, i dischi fissi SATA a basso costo continuano a migliorare anche grazie all’utilizzo di tecnologie come quelle basate sull’elio per supportare capienze enormi (fino a 10 TB per unità), ma non vantano prestazioni elevate e sono quindi più lenti. Ci siamo a lungo cullati nell’illusione che i clienti arrivassero a un utopico 100% di tecnologia flash, ma in realtà questo non è possibile a causa dei costi elevati e e delle dimensioni della base installata. Quello che sembra mancare è un software intelligente in grado di unificare il nuovo mondo della flash con quello esistente, e in continua evoluzione, dei dischi.

Il mercato delle unità SATA, grazie al loro costo contenuto, non ha rallentato ed è quindi indispensabile trovare il giusto bilanciamento tra le tecnologie flash e SATA per sfruttare al massimo gli investimenti in storage aziendale utilizzando efficacemente tutte le risorse disponibili. Tutti i produttori di flash stanno cercando di creare uno stack di servizi flash, partendo però da zero. Questo impedisce a molti di loro di crescere, dato che manca una differenziazione competitiva.

Organizzare le risorse in pool
Il software-defined storage consolidato e di terze parti considera entrambe le tecnologie semplicemente come contenitori di dati ed è in grado di applicare una suite completa di servizi di storage sia alle unità flash sia a quelle SATA. DataCore, per esempio, permette di creare e condividere pool di storage utilizzando la flash interna e lo storage su disco disponibile sui server o integrando flash e dischi installati separatamente.In pratica, il software-defined storage è in grado di integrare e ottimizzare qualunque tecnologia basata su flash e qualunque dispositivo a disco nell’ambito di implementazioni di SAN virtuali o all’interno dell’infrastruttura globale di storage. Il software-defined storage può riunire entrambi i mondi, e personalmente vedo il software come la chiave per l’unificazione dei dischi esistenti, di quelli nuovi e delle tecnologie flash. 

Isole separate
Nello storage è anche indispensabile fare attenzione per non creare isole diverse e separate. Ogni dispositivo flash ha il proprio stack di funzionalità esclusive, ma che cosa succede quando sistemi diversi devono lavorare insieme? Questi stack software indipendenti e diversi creano “isole di storage separate”, ovvero quello che abbiamo cercato di evitare nell’ultimo decennio. Le SAN virtuali, i sistemi convergenti e i dispositivi flash hanno continuato a proliferare, creando un numero sempre maggiore di macchine che vanno gestite individualmente e che si traduce in isole indipendenti di storage all’interno dell’organizzazione IT.

La capacità di unificare e federare queste isole di storage, trattando ognuno di questi scenari come caso esemplificativo di architettura unificante di software-defined storage, può essere d’aiuto per risolvere questo problema, spingendo tutta l’azienda verso una convergenza gestionale e funzionale. Il risultato è che i sistemi di storage una volta isolati – da flash e dischi installati nei server alle batterie SAN esterne, fino allo storage su cloud pubblica – possono diventare parte di un pool virtuale accessibile da tutta l’azienda e organizzato su livelli determinati dalle caratteristiche specifiche delle varie tipologie di storage.

Marchi di storage diversi, sistemi convergenti stand alone e SAN virtuali e sistemi di storage esternidipendenti dall’hypervisor non esistono più come “isole”, ma possono essere integrati in un’infrastruttura globale di storage.L’amministratore di sistema può facilmente mettere a disposizione la capienza, massimizzare l’utilizzo delle risorse e impostare policy di alto livello per permettere al software di selezionare dinamicamente il livello di storage e i percorsi più appropriati per raggiungere le prestazioni e la disponibilità desiderati. Solo giunti a questo punto è possibile comprendere il vero valore che la tecnologia flash avrà nell’infrastruttura IT del futuro.
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