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Le grandi imprese faticano a tenere il passo della trasformazione digitale

Secondo un'indagine condotta da Kpmg, sono soprattutto le aziende top A soffrire di assenza di visione globale e mancanza di competenze.

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Per il 66% dei Cio, la trasformazione digitale sta già avendo un impatto importante sulla propria azienda. Pertanto, spinti dalle aspettative crescenti dei clienti, essi sono costretti a sviluppare, più rapidamente che mai, nuove infrastrutture, piattaforme di applicazioni.
L'edizione 2015 dello studio sui Cio condotto da Kpmg, in collaborazione con Harvey Nash, in oltre il 30 paesi, evidenzia come i responsabili dell'informatica aziendale mettano in testa alla lista di priorità l'efficacia dell'It (61%), business intelligence e analytics (48%) e il controllo del rischio It.
Tuttavia, se la maggioranza dei Cio delle grandi imprese tiene ben presente l'importanza dell'innovazione tecnologica, numerosi sono coloro che riconoscono un'assenza di visione digitale su scala aziendale e si lamentano della mancanza di adeguate competenze per concretizzare questa strategia.
Il 25% del campione analizzato (oltre 4000 responsabili It) ammette che la propria impresa si è trovata a confrontarsi con importanti problemi di sicurezza negli ultimi 12 mesi. Solo il 23% si è dichiarato ben preparato a gestire problemi di questo genere, con una diminuzione del 6% in rapporto all'anno precedente.
Sul fronte dei big data, l'indagine rivela che la domanda di competenze è aumentata di un terzo in confronto con il 2013. Le aziende lamentano una penuria del 45% di competenze sui megadati. La domanda di queste figure sta però esplodendo: esse sono sei volte più rilevanti rispetto agli specialisti nella gestione del cambiamento, che si trovano in seconda posizione.
Malgrado tutte le sfide, la complessità e i cambiamenti ai quali i responsabili It devono far fronte, l'80% si dichiara molto o abbastanza soddisfatto del proprio lavoro. Solo il 12% avrebbe intenzione di cambiare occupazione nei prossimi 12 mesi e questo rappresenta un calo del 17% al confronto con il 2014.
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