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In Italia torna l'incubo deflazione

Confcommercio: "Necessario e urgente ridurre gli sprechi nella pubblica amministrazione e abbassare la pressione fiscale".

Mercato e Lavoro
"Il calo dei prezzi rilevato a gennaio dall'Istat, -0,4% congiunturale e -0,6% su base annua, ha assunto dimensioni più ampie rispetto alle stime dell'Indicatore dei Consumi di Confcommercio (-0,4 su base annua), ponendo le premesse per una uscita dalla deflazione più difficile del previsto".
Questo il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio ai dati preliminari sull'inflazione diffusi dall'Istat secondo i quali l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,4% rispetto a dicembre 2014 e dello 0,6% su base annua, come non accadeva da settembre 1959, quando si registrò una contrazione pari all’1,1%.
La flessione su base annua dell’indice generale, spiega l’istituto di statistica, è dovuta in larga misura all’accentuarsi della caduta tendenziale dei prezzi dei beni energetici, in particolare di quelli non regolamentati (-14,1%, da -8,0% di dicembre), e al rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, con particolare riferimento a quelli dei Servizi relativi ai Trasporti (+0,2%, da +2,0% del mese precedente).
"Al di là del calo degli energetici e dei trasporti, è la tendenza alla deflazione della componente di fondo dei prezzi a destare le maggiori preoccupazioni.  L'assenza di segnali concreti di ripresa dei consumi continua, infatti, a determinare una tendenza alla riduzione dei prezzi per molti beni e servizi.Gli impulsi macroeconomici esterni sono oggi potenzialmente molto favorevoli. Tuttavia, occorre valorizzarli attraverso azioni precise sul piano interno. E' necessario e urgente ridurre gli sprechi nella pubblica amministrazione e intraprendere un sostenibile, certo e generalizzato processo di riduzione della pressione fiscale" afferma in una nota Confcommercio.
"Solo così – conclude la nota -  la crescita potrebbe sbocciare anche in Italia, innescata dall'esterno ma valorizzata all'interno. Lo spettro di nuove rilevanti imposte con l'attivazione delle clausole di salvaguardia contenute nell'ultima legge di stabilità, non aiuta certo lo sviluppo dei consumi e degli investimenti" .
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