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Fanizzi (EMC), un triennio vissuto positivamente. EMC ridefinisce l'IT

Marco Fanizzi, AD e Direttore Generale di EMC Italia, delinea i tratti principali della strategia societaria e fa un bilancio di un triennio alla guida della filiale italiana.

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Mentre il panorama internazionale dell’Ict è in grande fermento sia per l’affermarsi di nuovi paradigmi tecnologici e di business sia per le manovre di trasformazione di alcuni vendor internazionali destinate a modificare gli assetti tradizionali del mercato Ict, in Italia Marco Fanizzi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di EMC Italia, spiega come EMC sia in grado di interpretare al meglio le grandi trasformazioni in atto, spesso anticipandole.
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Marco Fanizzi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di EMC Italia
EMC prima di tutto ha saputo trasformare sé stessa
. Da hardware vendor con una focalizzazione sulla componente storage ad azienda di Information Management a tutto tondo - capace di gestire le informazioni aziendali - che oggi realizza il 46% del suo fatturato in ambito software. Il compito che si è data oggi è quello di aiutare le aziende a cogliere le trasformazioni in atto e ridefinire le infrastrutture informatiche in un’ottica di semplicità, facendo leva sulla forza della Federation e sul ruolo sempre più strategico giocato dall’ecosistema dei partner. Redefine è il motto che caratterizza l’esercizio 2014. EMC sta cercando di ridefinire la capacità dei clienti di riutilizzare il data center, rendendolo più semplice e meno costoso, cercando di spostare gli investimenti su nuovi progetti innovativi. Un data center interoperabile con il mondo del cloud. Non esiste una scelta netta tra andare in cloud privato o in cloud pubblico. Proprio per questo EMC spinge il modello ibrido. In realtà, ciò che sta accadendo è che a seconda delle applicazioni e dei workload i clienti stanno decidendo di stare fuori o dentro il data center e di avere anche la possibilità di spostare le proprie applicazioni da dentro i data center a fuori e viceversa”, afferma.
Fanizzi paragona l’IT a un servizio fruibile come le app, molto più consumer in termini di user experience rispetto al passato. “Puntiamo a semplificare l’IT, rendendola un reale punto di innovazione e quindi di competitivà per le aziende in un mondo che sta cambiando velocemente”. Ed EMC può far leva sulla Federation – in cui convergono EMC stessa, VMware, RSA e Pivotal. In particolare, gli slogan Software Defined Data Center, Software Defined Enterprise e Software Defined Business stanno a indicare che attraverso l’utilizzo del software è possibile virtualizzare e far funzionare i data center rendendo trasparente questo utilizzo, una virtualizzazione di tutte le componenti infrastrutturali coniugata alla capacità di analizzare e utilizzare i dati come fattore competitivo abilitante il business. Un forte elemento distintivo caratterizzante il nuovo modo di porsi di EMC sul mercato.  

Il bilancio di un triennio alla guida della filiale italiana
La vista globale passa a quella locale, in cui Fanizzi fa un bilancio del triennio alla guida della filiale italiana:Due sono state le sfide principali che mi sono state poste tre anni fa: far crescere l’azienda, regola a cui devono attenersi tutte le multinazionali – crescendo in un mercato come quello italiano e dell’IT italiana che già allora decresceva – e cambiare la percezione di EMC sul mercato italiano per quanto riguarda il mercato dei partner. Da sempre, infatti, EMC è riconosciuta come una società leader nella tecnologia e nell’innovazione, un po’ meno per la sua capacità di lavorare con i partner in maniera consistente e ricorrente. Ma oggi le cose sono molto cambiate e i fatti lo dimostrano.”
Questo lo statement da cui è partito tre anni fa Fanizzi con un team di manager fortemente rinnovato, da una quota di mercato all’epoca intorno al 25% e con una situazione di fronte che non era esattamente la migliore dal punto di vista della ricettività. “Abbiamo deciso di non guardare alle problematiche irrisolvibili dell’Italia, ma di concentrarci su ciò che potevamo risolvere, cercando di diventare uno dei Paesi con il livello di qualità più alto d’Europa – in termini di operation, processi, vendite e persone, che sono quelle che cambiano le cose”.

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A tre anni di distanza sono i risultati a parlare
: un market share di circa il 31%, con una contribuzione del canale che sfiora il raddoppio; una crescita del 14% del fatturato nell’esercizio 2013; un primo semestre 2014 ancora in crescita dell’8%, con un capacità aumentata di sviluppare partnership con il canale. Non ultimo, il fatto che nel 2013 la filiale italiana è stata riconosciuta come migliore country Emea: “Sono segnali che denotano che siamo capaci di esprimere qualità nel tempo. La qualità è un valore fondamentale, spesso è facile trovarla, ma non sempre è accompaganta dalla consistenza. Noi stiamo cercando di esserlo: nella crescita, nelle scelte, in ciò che diciamo e facciamo per i nostri clienti e partner”, enfatizza.
Focalizzazione sul cliente all’esterno e sulle persone al proprio interno sono i due mantra che guidano EMC Italia tutti i giorni. “Il nostro credo è e sarà quello di mantenere il cliente al centro della nostra strategia grazie al supporto del canale così come focalizzarci sulle persone”. Ai clienti e ai partner EMC mette a disposizione una value proposition sempre al passo con le evoluzioni tecnologiche e un customer service di elevata qualità: “EMC investe continuamente in ricerca & sviluppo e acquisizioni. L’obiettivo di quest’anno è superare i 25 miliardi di dollari di fatturato, di cui vuole reinvestire il 12% in R&D e circa l’11% in acquisizioni, come sempre fatto in passato Questo le permette di essere sempre all’edge della tecnologia, che per i partner si traduce nel fatto di avere alle spalle un’azienda capace di fare innovazione. In particolare, per i partner è importare vendere ma anche guardare ai margini, e il margine si trova all’edge della tecnologia, non al centro, dove ci sono in molti.”
E poi c’è l’attenzione maniacale al customer service: “EMC soddisfa i clienti e partner grazie a una qualità perpetua nel ciclo di vendita, garantendo che sia sempre al massimo”.
In termini di focalizzazione sulle persone tre anni fa la filiale ha iniziato un percorso di qualificazione con Great Place to Work, per ascoltare i dipendenti al fine di metterli nella condizione di lavorare alle condizioni migliori: “Non sempre in un’azienda come la nostra, di circa 500 persone, è possibile cogliere dove siano alcune problematiche. Tre anni fa abbiamo creato percorsi di carriera tesi a valorizzare le persone interne. Oggi il cambiamento della filiale è così forte ed frutto ed è merito di ogni singolo dipendente”, commenta. 

Servono Cio illuminati
Secondo Fanizzi oggi è il momento in cui l’IT può fare la differenza per le aziende, come elemento che abilita il business. “Là fuori sta cambiando il mondo. Penso che in futuro avremo molti Cio che diventeranno Ceo di aziende; i Cio più avveduti vedono l’IT come fattore in grado di dare vantaggio competitivo. ‘Redefine’ non è una parola casuale. Il Cio continuerà ad avere un ruolo strategico se sarà capace di ridefinire le infrastrutture tecnologiche aziendali. Bisogna mettersi sempre in discussione, non si può rimanere ancorati alle vecchie credenze. È necessario fare leva sulle conoscenze e le esperienze passate e accumulate per spiccare il volo. Il fattore di scala dei dati procede in maniera esponenziale; se si pensa di gestire i dati come nel passato si è destinati all’estinzione. Ecco perché serve innovazione, un cammino da sempre seguito da EMC con le proprie tecnologie ed ecco perché servono i partner per superare il fattore di scala”, conclude Fanizzi.
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