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Industria: segnali di ripartenza ma ancora in rosso il Sud

Dopo 27 mesi, tornano in positivo anche le piccole imprese: +4,1 export, +0,0% la produzione, +0,2% il fatturato.

Mercato e Lavoro
Nove trimestri di attesa ma, alla fine, il peggio sembra essere passato. Tornano in positivo la produzione e il fatturato dell’industria manifatturiera, inchiodati sotto il segno meno dal dicembre 2011: +1,2% la produzione tra gennaio e marzo 2014, +1,4% il fatturato. L’aspetto veramente importante dell’andamento del I trimestre dell’anno, individuato nella consueta indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere realizzata dal Centro studi di Unioncamere, tuttavia, è quello legato ai risultati delle imprese con meno di 49 dipendenti, sopravvissute nel “profondo rosso” della crisi. Per esse, al pareggio della produzione si unisce un piccolissimo incremento per il fatturato (+0,2%) e, a condimento della buona notizia, un egregio +4,1% delle esportazioni che non sfigura a fronte del dato medio del settore (+4,8%) e degli andamenti delle più performanti imprese con oltre 50 dipendenti (+5,2%). Unico campanello d’allarme è il Centro-Sud, che non riesce ancora ad agganciare la ripresa. 
“Si confermano nei primi tre mesi dell’anno i segnali di recupero delle imprese manifatturiere, già colti a fine 2013, trainati dalle vendite all’estero e, finalmente, anche da una positiva dinamica delle imprese di piccole dimensioni, che rappresentano l’ossatura del nostro sistema produttivo”, dichiara il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Ora però è indispensabile fare in modo che questa possibile ripresa attraversi la Penisola da Nord a Sud, investendo anche le imprese meridionali evidentemente ancora troppo legate alle dinamiche del mercato interno”.  
Il dato positivo della produzione del settore manifatturiero nel I trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, oltre ad essere effetto della sostanziale stabilità delle imprese fino a 49 dipendenti e del risultato di crescita di quelle di taglia superiore (+2,5%), nasce dal buon andamento di quasi tutti i settori, a cominciare dalle industrie meccaniche (+2,9%) e chimiche (+2,6%).
Di poco sotto lo zero le Altre industrie (-0,2%) e il settore del legno (-0,1%). Industrie meccaniche (+3,4%) e chimiche (+3,3%) trainano anche la dinamica del fatturato, che mette a segno un buon +2,7% per le imprese con oltre 50 dipendenti ma anche un più modesto, ma significativo per l’inversione di segno, +0,2% per quelle di taglia più piccola. Entrambi gli indicatori restano sotto la soglia del meno, tuttavia, nelle regioni del Centro (-1,5% e -0,7% per produzione e fatturato) e del Mezzogiorno (-0,8% e -1,2%).
Proseguono con successo le vendite all’estero della nostra manifattura. Al dato di sintesi del +4,8% hanno contribuito fattivamente le due classi dimensionali (+4,1% per imprese fino a 49 dipendenti, +5,2% quelle oltre i 50) e tutti i settori economici (+6,0% addirittura per le industrie dei metalli, +5,9% quelle chimiche, +5,6% le alimentari), l’artigianato (+4,0%) e tutte le macroripartizioni, tra le quali eccelle il Nord Ovest (+6,2%) mentre il Mezzogiorno (+1,6%) appare assai più lento.
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