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Europa: no al roaming, sì alla Net neutrality

Il Parlamento Europeo ha votato lo stop ai costi per le comunicazioni mobili fra paesi membri da fine 2015 e il diritto d’accesso senza discriminazioni a Internet.

Trasformazione Digitale
Dalla fine del 2015, gli operatori telefonici non potranno più utilizzare le chiamate gratuite verso l’estero come argomento commerciale. Il Parlamento Europeo, infatti, ha adottato il testo sulla fine del roaming. Già definito in sede di Commissione. Gli utenti mobili potranno dunque contare sulla possibilità di chiamare, mandare messaggi o collegarsi a Internet con la sola tariffa praticata dal proprio fornitore, senza più preoccuparsi di dove si trovano o dove sono i destinatari.
L’Unione Europea procede così in direzione della formazione di un mercato unico delle telecomunicazioni, agevolando i consumatori, ma anche migliorando la gestione dello spettro radioelettrico, finalizzato allo sviluppo delle reti 4G e 5G. La commissione Itre (Industria, ricerca ed energia) è stata incaricata di definire il confine fra utilizzo abusivo e non di questi servizi.
Il Parlamento ha adottato anche il testo sulla Net neutrality, con piena soddisfazione di chi da sempre si è opposto all’arrivo di un’Internet a due velocità. Gli eurodeputati hanno votato, a larga maggioranza, il principio che vieta agli Isp di rallentare o bloccare i servizi dei loro concorrenti. Questa possibilità resta aperta, ma solo per casi eccezionali e dietro un provvedimento emesso da qualche autorità giudiziaria, sostanzialmente per preservare l’integrità della rete o per prevenire una temporanea congestione, ma comunque in modo trasparente, non discriminatorio e proporzionato.
Non tutto è ancora definito, perché ora occorrerà attendere il pronunciamento dei 28 paesi membri del Consiglio Europeo. In caso di esito positivo, sarà ancora il Parlamento a ratificare. Non c’è ancora un calendario per questi passaggi, ma pare che tutto possa concludersi prima delle prossime elezioni europee di fine maggio. 
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