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Consumi, Confcommercio: a febbraio "congelati" in attesa della ripresa

Dal 2007 ad oggi 80 mld di consumi in meno. Crollano trasporti (-23%), abbigliamento (-17%), mobili ed elettrodomestici (-14%).

Mercato e Lavoro
L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra, a febbraio, una diminuzione dello 0,7% in termini tendenziali ed una variazione nulla rispetto a gennaio confermando l'avvio, in atto già da alcuni mesi, di una fase di stabilizzazione che, però, in assenza di miglioramenti sul versante occupazionale e del reddito disponibile, non riesce ancora a tradursi in una ripresa in grado di far ripartire il ciclo economico.
È proseguito il lento miglioramento della fiducia delle imprese, sia pure con andamenti non univoci nelsentiment degli operatori dei diversi settori produttivi. Stando alle stime di Confindustria, a marzo, dopo il contenuto arretramento rilevato a febbraio, la produzione industriale segnala un aumento dello 0,5% sul mese precedente. Anche i dati sugli ordini registrano, nello stesso mese, un miglioramento (+0,5% su febbraio).
A marzo il clima di fiducia delle famiglie ha mostrato un deciso recupero. Mentre la percezione della situazione personale e corrente non migliora sensibilmente, le aspettative sul futuro appaiono in forte crescita: la contenuta evoluzione dei prezzi e le aspettative di riduzione del carico fiscale hanno senz'altro avuto un ruolo importante
.La debolezza e le incertezze rilevate sul versante produttivo continuano a determinare un'evoluzione negativa del mercato del lavoro. A febbraio 2014 il numero di occupati è sceso di 39mila unità (-365mila rispetto allo stesso mese del 2013). Nello stesso mese, i disoccupati, che superano i 3,3 milioni, sono aumentati, rispetto a gennaio, di 8mila unità (+272mila in un anno). Da febbraio 2007 il rapporto tra disoccupati e forze di lavoro è passato dal 5,9% al 13,0%, con un milione e 850mila disoccupati in più. A febbraio, dopo alcuni mesi di ridimensionamento delle ore autorizzate di Cig, si è registrato, rispetto all'analogo mese del 2013, un incremento del 5,3%, sintesi di una diminuzione del 27,4% di ore richieste per l'ordinaria e di un deciso aumento di quelle per la straordinaria (+16,2%) e in deroga (+55,6%).
Le perdite subite dal mercato dei beni durevoli sono state tali che, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno dodici anni per riprendere i livelli del 2007 mentre ne serviranno ben 33 anni, cioè nel 2046, nell'ipotesi peggiore.
Una ripresa della spesa alimentare all'1% richiederebbe circa 13 anni per un pieno recupero rispetto ai massimi. Un inatteso boom dei consumi totali costantemente al 3%, permetterebbe un pieno recupero prima della fine del 2016. E' più un augurio che una previsione.
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