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Per BlackBerry il riequilibrio passa da Mdm e servizi

Tanto a livello mondiale che locale, il messaggio per gli utenti vuole essere rassicurante, ma consapevole degli sforzi ancora da compiere.

Trasformazione Digitale
Qualcosa si è mosso nell’ultima parte dello scorso anno e BlackBerry prova a guardare con fiducia al futuro per superare una fase moto complicata della propria esistenza, puntando su alcuni capisaldi dell’offerta e il mercato delle aziende.
La roadmap a livello globale passa per un obiettivo di ritorno all’equilibrio finanziario in quattro trimestri. Nel 2016 potrebbero arrivare anche degli utili, ma lo stesso Ceo, John Chen, ha di recente ammesso al Financial Times che questo sarà un risultato molto complicato da raggiungere.
Comunque, la strada per ritrovare un po’ di stabilità passa chiaramente per il mercato enterprise, sia con nuovi dispositivi (i Q20, attesi dopo l’estate) sia soprattutto con la tecnologie che hanno in passato segnato la fortuna della società e ancora oggi ne garantiscono la sopravvivenza. BlackBerry Enterprise Server, pronto nella versione 12, costituisce la risposta più importante su questo fronte, presentandosi come una soluzione di Mobile Device Management aperta a tutti gli ambienti operativi più diffusi e relativi device (smartphone e tablet, ma in prospettiva anche quelli legati agli sviluppi dell’Internet of Things).
blackberry-diego-ghidini.jpgDiego Ghidini, business sales director della filiale italiana, conferma come ormai i dispositivi rappresentino “la punta dell’iceberg di un’offerta rivolta a tutto tondo ai direttori dei sistemi informativi aziendali alle prese con la definizione di una strategia di mobilità”. La console unica di gestione serve a gestire quanto già disponibile o derivante dagli acquisti fatti in proprio dagli utenti, ma anche dei server in cloud.
L’altro gioiello della corona per BlackBerry è Bbm, il software per la messaggistica, che dovrebbe presto dotarsi di una versione pro (Bbm Enterprise Suite), abbinata a una suite di sicurezza (Bbm Protected), per continuare a monetizzare su una soluzione nata per il pubblico dei consumatori giovanili, ma ora destinata a riconvertirsi alla logica enterprise sulla quale il costruttore si sta concentrando. Il passaggio-chiave, secondo quanto espresso anche da Ghidini, è la volontà di dotare le aziende di una forma di chat professionale, molto più attenta delle soluzioni oggi più diffuse alle problematiche di sicurezza dei flussi.
Se queste sono le premesse tecnologiche della strategia di riequilibrio, occorre ora passare all’esecuzione, come ha di recente confermato Chen. Il cinquantottenne manager di Hong Kong ha già al suo attivo il recupero di Sybase, venduta a Sap nel 2010 per 6 miliardi di dollari, quando pochi anni prima ancora registrava perdite per 100 milioni di dollari all’anno. Nel guardare al futuro, Chen ha un 50% di possibilità di riuscire nei propri intenti. Resta da vedere se si tratti di una visione ottimistica o pessimistica.
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