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Smc punta sugli sviluppi mobili open source

Il distributore e integratore trevigiano sta ultimando un cambio di pelle, che ha portato da una storia costruita su Erp e dintorni all’ampliamento verso la mobilità.

Trasformazione Digitale
Smc è uno dei nomi storici dell’informatica italiana, con una storia che risale al lontano 1981. Se per il primo ventennio abbondante di attività, l’azienda ha cavalcato l’onda lunga e fortunata degli Erp, acquisendo notorietà soprattutto con la soluzione Practor, negli ultimi anni è stato avviato un mutamento di pelle piuttosto profondo, dapprima con l’estensione dal gestionale verso una piattaforma, battezzata OpenSquare, capace smc-tessarin.jpgdi abbracciare la nuova organizzazione collaborativa delle aziende e poi aprendosi verso nuove aree di interesse, come lo sviluppo di portali e, più di recente, quello delle applicazioni mobile: “Questo passaggio ha coinciso con la scelta di campo del supporto di soluzioni open source – racconta l’alliance manager Marco Tessarincon la volontà di porre l’utente al centro delle soluzioni e poter gestire anche il 100% delle informazioni che transitano in azienda”.
Il portafoglio d’offerta si è così esteso dapprima con la distribuzione di Liferay, piattaforma ready-to-use finalizzata alla progettazione e allo sviluppo di portali di tipo business e, più di recente, con la collaborazione stretta avviata con Appcelerator. Quest’ultima azienda propone piattaforme per lo sviluppo di applicazioni mobili. In particolare, quella che porta lo stesso nome della società è dedicata alle realtà enterprise, mentre Titanium è la versione open source della stessa filosofia. La caratteristica di queste piattaforme è di rendere possibile la creazione di applicazioni a professionisti che abbiano anche solo la conoscenza della programmazione Web-based. Ogni sviluppo costruito su Appcelerator è da subito disponibile per ogni tipo di dispositivo mobile: la programmazione si fa una volta sola e poi la piattaforma si occupa di creare versioni, che girano nativamente su differenti device, indipendentemente dal sistema operativo o altre differenze.
Appcelerator vanta oggi già oltre 1.400 clienti nel mondo e più di 60mila app sono state sviluppate con le sue piattaforme. Smc vuole sfruttare per il mercato italiano caratteristiche di rilievo di questi prodotti, ma anche il notevole dinamismo che contraddistingue lo sviluppo del mercato mobile: “Si possono creare app native in un tempo ridotto del 60% - spiega il business development manager Giampaolo Lauzzanapotenziando soprattutto la fase di test”.
La scelta di Appcelerator si colloca anche nella direzione dell’open source che il gruppo trevigiano ormai usa come marchio di fabbrica dei propri sviluppi. Liferay e Titanium sono tecnologie ben orientate in questa direzione, ma l’azienda si è fatta promotrice in Italia anche della creazione di Rios (Rete Italiana Open Source), un conglomerato di realtà tutte impegnate sul terreno del software aperto, del quale fanno parte oltre una decina di realtà, che a loro volta rappresentano un numero ben più alto di brand (fra questi Zimbra, Alfresco, JBoss, Bonitasoft e altri) e soluzioni tutte interconnesse fra loro, per poter proporre uno stack completo al mondo delle aziende medio-grandi che compongono il target di riferimento anche di Smc.
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