Il supercomputer Watson di Ibm aveva acquisito una certa notorietà oltre tre anni fa per aver sconfitto tutti i campioni del gioco televisivo americano Jeopardy. In termini di business, però, ha prodotto fin qui, secondo il Wall Street Journal, circa cento milioni di dollari, mentre il vendor ha stimato di raggiungere il miliardo entro il 2018. Per accelerare e trarre profitto soprattutto dalla crescita di interesse intorno ai big data, Big Blue ha deciso di creare una divisione dedicata, battezzata Watson Group, con locali indipendenti nella Silicon Valley, destinati ad accogliere in prospettiva circa 2.000 esperti. È previsto un investimento di un miliardo di dollari nella nuova business unit, per sviluppare nuovi servizi e applicativi basati su cloud. Cento milioni di dollari saranno indirizzati a sostenere l’ecosistema degli sviluppatori e delle startup che potranno gravitare nell’orbita Watson. La divisione sarà diretta da Michael Rhodin, in precedenza vicepresidente del Software Solutons Group. La potenza di calcolo di Watson può incidere in diversi ambiti di attività, come la ricerca medica e la biotecnologia, dove occorre elaborare una grande massa di informazioni. Ibm intende posizionare la tecnologia anche su settori come le banche, le telecomunicazioni, la distribuzione e il turismo. Alcuni nuovi servizi sono già stati sviluppati, come Watson Discovery Advisor per i laboratori farmaceutici o Watson Analytics per l’analisi di grandi database.
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