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Con la beta di Rhel 7, Red Hat spinge sulla virtualizzazione

Sempre più evidente la sfida a VmWare, con l’ultima versione della distribuzione Linux, che migliora anche l’interoperabilità con Windows.

Cloud
Cloud e virtualizzazione sono le due parole-chiave che connotano la versione beta di Red Hat Enterprise Linux (Rhel) versione 7, appena rilasciata dal costruttore americano. Su queste aree si concentrano gli sviluppi più significativi, che guardano già alle future tecnologie pur nell’ottica della preservazione degli investimenti già effettuati dai clienti.
La principale novità di Rhel 7 è costituita probabilmente dalla presenza di “contenitori” che agiscono come macchine virtuali. Ciascuno di essi prende in carico un’applicazione specifica e può funzionare su un solo server. A differenza delle classiche Vm, tuttavia, i contenitori possono condividere un unico kernel Os sul server.
Questa evoluzione si ispira a quanto già presente nel sistema operativo Solaris, mutuando la tecnologia Docker, messa a punto nell’ambito della comunità Linux. Rhel 7 rende possibile la partizione di ogni container applicativo, limitando l’allocazione di risorse Cpu, memoria e banda per ciascun utilizzo.
Il nuovo sistema operativo utilizza anche Xfs come file system di default, rafforzando così la possibilità di gestire grandi quantità di dati e workload paralleli. Xfs, infatti, consente di supportare fino a 50 Tb di dati e memorizzare blocchi fino a 1 Mb, riducendo la frammentazione e i tempi di allocazione. Più strette sono anche le relazioni con Kvm e Numa. Quest’ultima tecnologia, in particolare, alloca risorse di memoria a una Cpu specifica, fper fare in modo che i dati risiedano il più possibile vicino al processore.
Red Hat, che ha impiegato tre anni di lavoro per produrre la nuova release, basandosi su Fedora 19 e Linux 3.10, ha lavorato anche sulla miglior interoperabilità con l’ambiente Windows nei data center. Gli utenti possono ora essere autenticati su qualunque applicazione e differenti tipi di server. Utilizzando Samba 4.1 in Rhel 7, gli amministratori possono connettere l’Active Directory di Microsoft con le directory Ldap e installare una zona di sicurezza parallela fra i server Windows e Rhel, utilizzando Identity Management.
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