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Fisco, Unimpresa: acconti oltre 100% sono prelievo forzoso, valutiamo ricorsi

Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi: "Il Governo con l’incremento degli acconti tributari a carico delle imprese ha davvero oltrepassato il confine della decenza".

Mercato e Lavoro
"In uno Stato democratico e liberale certe misure non verrebbero nemmeno prese in considerazione. Invece, in Italia, il fisco supera anche l’immaginazione: il Governo con l’incremento degli acconti tributari a carico delle imprese, innalzati ampiamente sopra quota 100%, ha davvero oltrepassato il confine della decenza: le misure contenute nel decreto legge per l’abolizione della seconda rata Imu contengono dei profili di iniquità da verificare anche per quanto riguarda la legittimità costituzionale, in relazione alle quali stiamo già valutando ricorsi presso i competenti organi dell’amministrazione finanziaria e presso gli organismi giuridici”.
Lo afferma il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Quando abbiamo letto la versione definitiva del decreto – aggiunge Longobardi – siamo rimasti senza parole: così lo Stato mette in atto dei veri e propri prelievi forzosi, forse espropri incostituzionali. Non è certamente questa la strada che va perseguita per portare il Paese fuori dalla recessione. Serve un abbattimento della pressione fiscale e invece assistiamo a continui inasprimenti. Di troppe tasse, lo diciamo da tempo, il Paese muore”.
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