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Continuano a crescere i costi legati al cybercrime

Lo studio annuale di Ponemon, sponsorizzato da Hp, mostra un aumento del 30% rispetto a un anno fa. La prevenzione tecnologica può essere una risposta efficace.

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Lo studio annuale sul cybercrime, condotto da Ponemon Institute e sponsorizzato da Hp, mostra come i costi medi connessi al dilagare del fenomeno siano cresciuti del 30% rispetto alla scorsa edizione della ricerca, passando da 5 a 7,2 milioni di dollari.
In parallelo agli oneri economici, aumenta anche il tempo necessario per rimediare ai danni causati dagli attacchi. In questo caso, rispetto alla prima edizione dello studio di quattro anni fa, l’ascesa è stata del 130%. Questi dati possono essere spiegati con la crescente complessità degli attacchi: “Il cybercrime ha raggiunto altissimi livelli di sofisticatezza – ha commentato Pierpaolo Alì, regional sales director di Hp Enterprise Security Products -. I malintenzionati sono sempre più specializzati e capaci di condividere la conoscenza, per arrivare a ottenere dati sensibili e danneggiare processi aziendali critici”.
Stanno crescendo anche gli attacchi che giungono a una conclusione di successo. Le aziende coinvolte nell’indagine, appartenenti a sei diversi paesi (l’Italia non è stata inclusa), hanno sperimentato una media di 343 attacchi di successo alla settimana, con un tempo medio di risoluzione quantificabile in 27 giorni.
Le minacce arrivano poi sotto forme differenti. Quelle più costose sono legate al denial-of-service (Ddos), ai malicious insider e agli attacchi basati su Web, che mettono insieme il 55% dei costi totali per le aziende su base annua. Il furto di informazioni, invece, pesa ancora per il 43% sui costi esterni, ma è in calo del 2%, mentre l’interruzione dei processi di business e la perdita di produttività pesano per il 38% e hanno una tendenza in crescita.
Le risposte di Hp ai fenomeni evidenziati dallo studio stanno anche nelle ultime soluzioni, annunciate alla recente manifestazione Protect 2013 e già raccontate da Impresa City in questo articolo. “Se il Next-Generation Firewall Tipping Point o le migliorie alla gamma ArcSight fanno parte del contributo tecnologico alla prevenzione degli attacchi – ha concluso Alì – ma sono iniziative come SureStart che possono dare maggior impulso, perché stimolano la condivisione di informazioni e pratiche fra le aziende, nonché l’interazione con i nostri esperti in materia”.
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