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Google Cloud Summit 2018, la carica dei cinquemila

Il cloud pubblico di Big G conquista anche le grandi aziende, grazie anche alla robusta iniezione di intelligenza Artificiale e Machine Learning 

Tecnologie Trasformazione Digitale
La progressione è di sicuro impatto. Se nel 2015 gli iscritti al Google Cloud Summit di Milano erano 250, quest’anno erano 5000, come dire venti volte in più in solo tre anni, passando dai circa 800 del 2016 e dai 1400 del 2017. Certo, “registrati” non significa partecipanti effettivi, come sa bene chi organizza eventi in Italia, dove il tasso di “no show” è talvolta superiore al normale. Ma il colpo d’occhio della plenaria era rassicurante: chi era presente in sala ha parlato di 3000-3500 persone, mentre le cifre ufficiali fisseranno in 2700 il totale.

Logico quindi che Fabio Fregi, Country Manager di Google Cloud Italia, parta da queste e da altre cifre per spiegare il successo e l’interesse verso il cloud targato Big G.  “La nostra soluzione di collaboration, G Suite, conta attualmente oltre 4 milioni di clienti, mentre Google Cloud Platform ha raddoppiato i volumi di archiviazione dati nell’ultimo anno. I partner a livello globale sono 13.000 e le partnership con Cisco, SAP e Salesforce.com ci permettono sinergie anche in ambiti quali il cloud ibrido, il software enterprise e il CRM”, spiega Fregi, sottolineando che il cloud rappresenta oggi “un business da 1 miliardo di dollari a trimestre, e questo ci rende il cloud provider che sta crescendo di più sul mercato. Come noto, non possiamo rilasciare cifre precise sui mercati locali, ma posso però dire che il trend di crescita in Italia è analogo a quello del resto del mondo, forse con la particolarità di essere più bravi qui nel penetrare nei mercati regolati”.  

Non è quindi un caso che i tre clienti testimonial italiani che si sono succeduti sul palco appartenessero ai tre più importanti settori regolati: Telco, con WindTre, Utilities, con Enel, e infine Regione del Veneto per quanto riguarda il Public Sector. La presentazione di Rob Visser, CIO di WindTre, ha mostrato come a seguito della fusione tra H3G e Wind la nuova compagine si trovasse di fronte alla necessità di consolidare le piattaforme esistenti in una nuova infrastruttura IT. La scelta ha premiato la Google Cloud Platform per la elevata scalabilità, la rapidità di configurazione dei servizi e la possibilità di utilizzare strumenti innovativi come il Machine Learning, in modo da poter disporre di un’architettura multi-purpose e, perché no, anche compliant a livello di GDPR. 

È invece incentrata sulla collaboration l’esperienza del portale della Sanità della Regione del Veneto: come ha spiegato il Cio Lorenzo Gubian, “per favorire la comunicazione e collaborazione dei 70000 dipendenti, le 21 strutture sanitarie della regione sono state connesse con G Suite, ma non con un semplice sistema di posta elettronica quanto con una vwera e propria piattaforma di collaboration”. 

Fabio Veronese, Head of ICT Infrastructure & Networks Solution Center and Head of Infrastructure & Technological Services di Enel, ha invece spiegato come chatbot e intelligenza artificiale targate Google siano entrati nella vita quotidiana delle Utilities, in particolare negli ambiti dell’assistenza tecnica e della prevenzione delle anomalie. “Il nostro assistente virtuale Eddie, così chiamato da Enel Distribuzione, utilizza il linguaggio naturale e in solo tre mesi ha già gestito 44mila interazioni on line, attivate per più del 70 per cento dei casi da utenti non registrati sul portale, il 72 per cento delle quali è andato a buon fine”, ha sottolineato Veronese.  

Tre casi emblematici di come il cloud di Google, nato in ambito consumer, sia oggi sempre più gettonato anche nel mondo business, come dimostrato anche dai numerosi partner presenti nell’area espositiva, da quelli locali a quelli globali come per esempio Accenture. “Il nostro modello è quello di lavorare insieme all’ecosistema dei partner, che complementano e arricchiscono le nostre tecnologie con le loro competenze e la loro conoscenza profonda dei mercati verticali”, conferma Fabio Fregi.

È anche per questo che oggi Google è di fatto il primo cloud provider nel mondo, con un giro d’affari di 10 miliardi di dollari all’anno che vede ogni mese l’apertura di un nuovo data center. L’offerta Google in cloud è stata poi declinata in dettaglio da Greg DeMichillie, Director Cloud CTO Office, e da Alison Wagonfeld, VP Marketing, che hanno spiegato come a partire dagli strumenti di condivisione e collaborazione su scala globale con G Suite, alla creazione, sviluppo e manutenzione di software con App Engine e Kubernetes, fino ai servizi di analisi ed elaborazione dati come BigQuery e le più avanzate applicazioni di machine learning, tra cui Video Intelligence e AutoML, Google Cloud si ponga l’obiettivo di abilitare i business di qualsiasi settore e dimensione.
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