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iRadio e i cloud services di Apple

Il successo del business basato su servizi online e l'imminente annuncio del servizo di musica in streaming

Cloud
Se si pensa a Apple cosa viene in mente? L’iPhone, l’iPad, l'iPod e poi i computer, l’iMac e il MacBook. Una produttore hardware, dunque? Non proprio. Apple è un’ecositema di prodotti e servizi. Una società che si è saputa trasformare allineando la propria offerta a internet e al cloud creando l’online store di musica digitale che ha cambiato il corso dell’industria discografica tradizionale e poi estendendo il modello alla dimensione mobile con l’app store, l’archivio di applicazioni per dispostivi mobili, smartphone e tablet. 
Un modello di business, quest’ultimo, fatto proprio anche da Google la quale ha intuito, con largo anticipo rispetto a Microsoft, la grande opportunità della dimensione mobile e la necessità di perseguire obiettivi di crescita nel settore di riferimento, associando uno store di applicazioni in modo da contrastare ad armi pari la concorrenza di Apple.
Attualmente i 900 milioni di sistemi Android che risultano attivi nel mondo possono contare su un catalogo, Google Play, che annovera circa 700 mila apps. Secondo quanto affermato dalla società di Mountain View  i download effettuati a partire dalla sua introduzione sono stati 48 miliardi, più o meno lo stesso numero di download dichiarati per lo store di Apple che offre apps per un mercato costituito da 850 mila iPhone e 350 mila iPad. Ma la differenza sostanziale tra di due store è il fattore remunerativo: quello di Apple è infatti di gran lunga migliore di Google. Insomma Apple riesce a monetizzare al meglio il suo business online. Come evdenziato dai grafici riferiti al primo trimestre 2013 che offrono una comparazione tra numeri di download e fatturato dei rispettivi store.      

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Perché una piattaforma smartphone possa avere successo non basta avere degli ottimi dispositivi. Ne sanno qualcosa Microsoft e Nokia. Occorre avere un’offerta in termini di contenuti. Altrimenti sarebbe come vendere televisioni senza avere centenuti. E da Internet alle Tv il passo è breve. O meglio, lo è tecnologicamente, ma molto più arduo è costruire attorno a esso un ecosistema di servizi e contenuti. Sia Google che Apple si sono avventurati in questa dimensione, ma siamo ancora nella fase dei set of box, sebbene Tim Cook abbia nei giorni scorsi affermato che i dispostivi di ricezione digitale Apple TV sinora venduti ammontino a 13 milioni di unità e rappresentino il 71% del mercato dei digital media receiver.
Il mercato dei servizi e dei contenuti è vitale, essenziale al modello di business di Apple ed è scontato che nel prossimo futuro il volume di contenuti erogato attraverso possibili altri canali digitali si moltiplichi. Lo dimostra l’annuncio della iRadio atteso per la prossima Worldwide Developer Conference del 10 di giugno. Musica in streaming gratuita ( con pubblicità) o a pagamento tramite sottoscrizione abbonamento premium. Il tutto, quindi, garantendo a Apple la possibilità di associare la promozione di vendita tramite iTunes dei brani ascoltati. Una radio, quindi, che andrebbe a complementare e integrare altri servizi online già consolidati.
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