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Perché Italia ed Europa sono in ritardo sul Byod

Sia il nostro paese che il continente intero procedono con lentezza sullo sviluppo della mobilità professionale. Le ragioni sono diverse.

Trasformazione Digitale
Al paragone con il Nordamerica, ma anche con i quattro paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina), l’Europa mostra di essere in ritardo sul fronte del Byod, secondo diversi recenti studi. In Italia, la media di dipendenti che usa il proprio dispositivo mobile personale sul lavoro è al di sotto del 50%, mentre negli Usa e in Cina supera il 70%, secondo quanto è emerso da uno studio di Cisco dello scorso dicembre.
La constatazione è stata confermata da una ricerca più recente di Gartner. L’analista osserva come le imprese americane siano due volte più disponibili di quelle europee nel permettere il Byod, mentre nei paesi emergenti si sta già andando oltre, considerando l’uso di device privati in ambito professionale quasi una regola standard.
Il Bring Your Own Device è un fenomeno concreto e può avere impatto sulla cultura e l’economia di un’impresa. Lo hanno capito le realtà americane e quelle del Bric. Perché allora l’Europa e l’Italia procedono con più lentezza? Cisco propone una spiegazione molto semplice: gli imprenditori e i service provider sono troppo prudenti. Questo traspare nelle valutazioni richieste sul tema ai manager: una percentuale inferiore al 50% stima che il Byod possa essere un fattore positivo di sviluppo per la propria attività, mentre in Cina il dato sale addirittura al 90%. La mancanza di ottimismo andrebbe ascritta alla presenza di politiche più restrittive rispetto ad altri paesi, al punto che molte imprese, soprattutto medio-piccole, semplicemente vietano l’utilizzo di dispositivi personali sul luogo di lavoro, soprattutto per ragioni di sicurezza. In Gran Bretagna si è pronunciato addirittura l’Information Commissioner’s Office (qualcosa di simile alla nostra Authority), stigmatizzando l’eccessivo laissez-faire di certe aziende e avvertendo sulla necessità di imporre regole strette e chiare sull’utilizzo e misure di sicurezza soprattutto sui dati che circolano.
Un altro sostanziale fattore di freno è rappresentato dai budget. Negli Usa, il denaro allocato sulla gestione dei terminali mobili dovrebbe passare dal 19% del 2012 al 22% del prossimo anno (fonte Cisco). Da noi siamo sotto di quasi dieci punti.
L’Italia è messa meglio sul numero di periferiche mobili per dipendente, con una media ben sopra i due. Bisognerebbe però capire come vengono utilizzati questi dispositivi, rispetto al dato comparabile di altri paesi, dove però è già verificabile una migliore accettazione del Byod. Per colmare il gap, occorrono mezzi sia finanziari che culturali, ma bisogna anche vedere quante aziende se lo possono permettere.
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