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Lavoro: Unimpresa, nuovi contratti con più spazio a secondo livello

Unimpresa: “Maggiore è la soddisfazione-motivazione del lavoratore, maggiore sarà la soluzione dei problemi e delle cause frenanti per una prestazione lavorativa ottimale".

Mercato e Lavoro
Una vera riforma del modello contrattuale, che preveda sia la realizzazione di un contratto nazionale, intersettoriale o di filiera, limitato alla definizione di una cornice di regole chiare ed esigibili per tutti i lavoratori, qualunque fosse il loro inquadramento e/o settore, sia un contratto di secondo livello, come la sede più idonea alla definizione di sistemi di qualità ed efficienza del processo produttivo aziendale, all’organizzazione del lavoro e alla personalizzazione dei servizi-prestazioni. È una delle idee suggerite in tema di lavoro, inserita nel documento programmatico di Unimpresa messo a punto in vista della prossima legislatura. Tra le altre proposte, una complessa riforma del Cnel.

Secondo quanto spiegato nel documento dell’associazione, che sarà inviato a tutte le forze politiche, “maggiore è la soddisfazione-motivazione del lavoratore, maggiore sarà la soluzione dei problemi e delle cause frenanti per una prestazione lavorativa ottimale. Il secondo livello di contrattazione, quindi, non solo risponde al meglio alle singole esigenze aziendali, ma può, con lo sviluppo del welfare aziendale, integrare le erogazioni salariali e assicurare maggiore valore reale e percepito del reddito di ciascun lavoratore”.

“La riforma del modello contrattuale – si legge ancora nel pacchetto lavoro del documento di Unimpresa – andrà necessariamente accompagnata anche da una legge sulla rappresentanza e rappresentatività, sul modello di quella in vigore per il settore pubblico, in modo da poter dare certezze alle imprese e ai lavoratori sulla effettiva validità dei Ccnl sottoscritti e applicati nonché per fare finalmente chiarezza su una miriade di sigle sindacali, la cui rappresentatività rimane tutta da verificare. Sarebbe interessante, se anche la rappresentanza delle organizzazioni presenti nel Cnel fosse commisurata con criteri certi e reali, in modo che l’organo costituzionale rappresenti le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, realmente rappresentative a livello nazionale”.

Secondo l’associazione “si impone, anche in relazione al risultato del referendum costituzionale del 2016, l’urgente approvazione di una legge di riforma del Cnel, in modo da poter garantire la presenza, nell’organismo, delle realtà associative veramente rappresentative dei settori produttivi, svolgendo così, finalmente, e in maniera efficace, il suo ruolo istituzionale, previsto dal legislatore costituente, per il dialogo e per il confronto, tra le forze dello sviluppo, sui grandi temi socio-economici nazionali”.
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