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Tre assi per la roadmap di Ibm

Il Ceo Ginni Rometty ha delineato una strategia basata sul mantenimento di alti margini, gli investimenti su cloud e Big Data e la conquista di nuovi mercati.

Tecnologie
Nel delineare il quadro attuale e le linee strategiche per il futuro, il Ceo di Ibm, Ginni Rometty, ha dovuto risolvere una delicata equazione. La soddisfazione degli azionisti, infatti, va mantenuta in una fase in cui sono stati compiuti forti investimenti in crescita esterna, ma, allo stesso tempo, sono stati ceduti business giudicati non strategici e, per questo, sono diminuite le entrate. Per dare un’idea, Ibm ha portato a termine 35 acquisizioni dal 2010 a oggi, per un valore totale di 12 miliardi di dollari. Per converso, nell’ultimo decennio sono stati ceduti i business delle stampanti, dei Pos e dei pc: questo ha migliorato la liquidità, ma l’azienda si è separata di attività che generavano un volume d’affari complessivo di 15 miliardi di dollari.
Assodato l’obiettivo di voler raggiungere un guadagno per azione di 20 dollari nel 2015, Rometty ha dovuto preparare un piano strategico costruito su importanti ambizioni. Per raggiungere il traguardo prefissato, infatti, occorre aumentare di ben 8 miliardi il volume d’affari del prossimo biennio, considerando anche il progetto di voler reinvestire il 60% delle eccedenze.
Il Ceo di Ibm ha così indicato tre direzioni strategiche da seguire per generare cash flow. Il primo punto riguarda il modello di trasformazione continuo adottato dall’azienda per guadagnare valore e mantenere forti margini. Questa politica passa per le acquisizioni, la separazione di attività non strategiche e la focalizzazione sulla ricerca & sviluppo nei settori a maggior crescita, dove viene concentrato il 60% delle strutture di sviluppo.
La seconda direzione concerne lo Smarter Computing. In pratica, la concentrazione sui segmenti oggi di punta nel mondo dell’It. Big Data & Analytics, mobilità, social media e cloud computing sono i terreni d’elezione. Ben 144 mercati a forte crescita sarebbero stati individuati giù nel 2012 e questo porta a 285 gli obiettivi tecnologici complessivi da seguire. Vi si trova tutto quanto Ibm denomina Smarter “x”. Già si traccia la via degli ambienti software-defined, che potrebbero rappresentare l’evoluzione del cloud computing. Big Blue crede molto soprattutto nello sviluppo delle applicazioni analitiche, tanto da aver previsto un fatturato di 20 miliardi di dollari nel 2015: questo rappresenterebbe un incremento di 4 miliardi rispetto a oggi e così la metà dell’obiettivo prefissato di crescita sarebbe raggiunto.
La terza direzione porta verso i nuovi mercati, che siano informatici, geografici o altro, così come la ricerca di nuovi clienti. In questo contesto sono incluse anche le figure professionali coinvolte nei processi tecnologici, dal marketing alle risorse umane, fino dirigenti delle pubbliche amministrazioni.
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