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Quest Software: la perdita di dati sensibili può costare fino a 2,7 milioni di Euro

Un sondaggio commissionato da Quest Software rivela che la perdita di dati sensibili può costare alle aziende fino a 2,7 milioni di Euro in termini di ricavi e sanzioni.

Tecnologie
L’utilizzo di dispositivi personali sul posto di lavoro, team dislocati in sedi lavorative differenti e la diffusione dei social network stanno influenzando in modo significativo i metodi di condivisione delle informazioni aziendali, causando quindi serie preoccupazioni per quanto riguarda la sicurezza dei dati.
Quest Software, ora parte di Dell, ha recentemente commissionato a Vanson Bourne un sondaggio tra i Cio di Regno Unito, Francia e Germania, che ha rivelato come le attuali policy di sicurezza dei dati non siano in grado di proteggere adeguatamente le informazioni strategiche per il business: spesso, infatti, i processi di gestione dell’identità e degli accessi non vengono aggiornati in modo adeguato per andare incontro alle esigenze in costante cambiamento dei dipendenti, continuando quindi a esporre le aziende ai rischi informatici.  
La ricerca ha inoltre messo in evidenza che il 65% dei Cio europei è convinto che i dipendenti condividano i dati nel modo più facile e veloce per loro, bypassando le regole IT aziendali e senza sentirsi responsabili per la protezione delle informazioni critiche.
Il 69% degli intervistati concorda anche sul fatto che le aziende e i dipendenti debbano assumersi maggiori responsabilità quando condividono, archiviano e gestiscono i dati.
A causa dei significativi rischi finanziari, dei danni alla reputazione e delle falle in ambito sicurezza legati alla perdita dei dati, la gestione dell’identità e degli accessi è una priorità del 2013 per più di tre quarti delle aziende europee (76%).  
Quest Software offre quindi preziosi consigli per affrontare i principali problemi legati alla sicurezza:

Aumento delle violazioni
I Cio europei affermano che le informazioni che riguardano i dipendenti (42%), i clienti (33%) e le Risorse Umane (31%) sono i dati più comunemente condivisi sui social network e su altri siti. Negli ultimi 12-18 mesi, informazioni in ambito finanziario (23%), sui clienti (25%) e sulle Risorse Umane (30%) sono state diffuse all’esterno dell’azienda a causa di una gestione inefficace dell’identità e degli accessi. Tra le aziende che hanno subito questo tipo di violazione dei  dati, il 33% pensa di aver perso la fiducia dei clienti, mentre il 32% ritiene di aver subito un danno alla reputazione aziendale.

Diminuzione della produttività
Il 98% dei Cio afferma inoltre che una gestione debole dell’identità e degli accessi possa spingere i dipendenti a utilizzare siti di terze parti come soluzione alternativa per archiviare e condividere le informazioni, con eventuali ripercussioni sulla collaborazione e sulla produttività.
Il 31% dei Cioafferma che negli ultimi 12-18 mesi i dipendenti sono stati bloccati per periodi di tempo prolungati senza avere accesso alle informazioni di cui avevano bisogno per portare a termine il proprio lavoro.

Sistemi di sicurezza
Il 62% dei Cio ha affrontato una crescente pressione negli ultimi 12 mesi per quanto riguarda la protezione dei dati, in seguito ai casi sempre più numerosi di aziende che hanno perso dati sensibili. La pressione maggiore, in particolare, viene dagli uffici legali interni (41%), dai Ceo (40%) e dai legislatori (33%).  

Best practice
Soluzioni come Quest One Identity Solutions offrono una serie di caratteristiche in grado di fornire il controllo completo all’interno di un’architettura flessibile e modulare adatta a soddisfare una vasta serie di necessità in ambito sicurezza e ad evitare i rischi rappresentati da una scarsa gestione dell’identità e degli accessi.
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