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CGIA Mestre: senza Governo un danno da 23 miliardi di euro

La situazione più critica, segnala la CGIA, esploderà all’inizio dell’estate con la prima rata dell’Imu, la prima maxi rata della Tares e l’aumento di un punto percentuale dell’Iva.

Mercato e Lavoro
Se nelle prossime settimane i partiti politici non troveranno un’intesa in grado di garantire la nascita di un nuovo Esecutivo che affronti da subito alcune priorità di carattere economico/fiscale, il costo per le famiglie e le imprese sarà, per l’anno in corso, di almeno 23 miliardi di euro. A dirlo è la CGIA di Mestre.
“In campagna elettorale – esordisce il segretario Giuseppe Bortolussi – tutti i principali leader politici erano d’accordo nell’evitare l’aumento di un punto percentuale dell’Iva previsto nel prossimo mese di luglio, nel rivedere la nuova tassa sull’asporto rifiuti che cominceremo a pagare verso la metà di quest’anno, nel sbloccare una parte dei pagamenti dello Stato verso le imprese, nel tagliare l’Irap ed il costo del lavoro e nell’abolire/ridurre l’Imu sulla prima casa. Ebbene, se non si troverà un’intesa politica che permetta la nascita di un nuovo Esecutivo in grado di evitare o ridurre le tasse già programmate e di sbloccare alcuni pagamenti, cambiando completamente rotta rispetto alle politiche attuate in questo ultimo anno e mezzo, il danno economico che graverà su famiglie ed imprese sarà di almeno 23 miliardi”.
Vediamo le dimensioni economiche di questi 5 impegni elettorali:
  • se non si riuscirà ad evitare l’ aumento dell’Iva dal 21 al 22% previsto dal primo luglio, i consumatori subiranno un aggravio di imposta per l’anno in corso di 2 miliardi di euro. Si ricorda che su base annua l’aumento di un punto di Iva costa ai consumatori 4 miliardi di euro circa; 
  • se non si ritoccherà l’impianto della Tares (nuova imposta sull’asporto rifiuti) dal prossimo mese di luglio le famiglie e le imprese pagheranno quest’anno 2 miliardi di euro in più rispetto al 2012;
  • su uno stock di 80/90 miliardi di euro di mancati pagamenti da parte dello Stato nei confronti delleimprese private, l’impegno assunto per il 2013 è di sbloccarne almeno 10;
  • se non si ridurrà ulteriormente l’Irap e il costo del lavoro, oltre a quanto già fatto dal Governo Monti, le imprese ed i lavoratori non si gioveranno di un necessario sconto fiscale pari ad un importo stimabile in 5,5 miliardi di euro;
  • la mancata abolizione/riduzione dell’Imu sulla prima casa non consentirà alle famiglie italiane di risparmiare almeno 3,5 miliardi di euro
Conclude Bortolussi: “Se si considera che tra giugno e luglio è prevista anche l’autoliquidazione Irpef – che tra il saldo 2012 e l’acconto 2013 costerà ai contribuenti italiani 8,5 miliardi di euro circa – non è da escludere che molte persone si troveranno in seria difficoltà ad onorare queste scadenze. Se si tiene conto che i livelli di credito erogati alle famiglie e alle imprese sono quasi sicuramente destinate a diminuire ancora, è probabile che da questa situazione se ne avvantaggeranno solo gli usurai".

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