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ABI Calabria: economia regione debole, credito e lavoro ne risentono

Nel 2012 il quadro macroeconomico della Regione sconta la mancata crescita generale e impatta sulla domanda di finanziamenti e sull’occupazione: 17,5 miliardi di euro a fine anno per famiglie e imprese (-2,9% sul 2011).

Mercato e Lavoro
Nel corso del 2012 l’economia della Calabria ha intrapreso un costante indebolimento della dinamica delle attività produttive: le esportazioni sono cresciute meno di quelle del Mezzogiorno; hanno subito una flessione anche i comparti dell’agroalimentare, prodotti chimici e macchinari; in calo i settori dei servizi e del commercio ad indicare la diminuzione del reddito disponibile e dei consumi delle famiglie.
Dal punto di vista delle imprese in evidenza, soprattutto, il permanere di ampi margini di capacità inutilizzata e di ulteriore rallentamento della domanda: a fine 2012 gli impieghi bancari destinati principalmente alle famiglie e alle imprese del territorio hanno raggiunto circa 17,5 miliardi di euro con una variazione del -2,9% rispetto all’anno precedente. 
Di fronte a questo scenario, il mercato del lavoro resta uno dei principali fattori di debolezza, come nel resto del Paese: in Calabria si è registrato un forte aumento delle persone in cerca di occupazione; il tasso di disoccupazione è quindi salito al livello più alto tra le regioni italiane.
I finanziamenti delle banche alle imprese locali (comprese le famiglie produttrici) sono pari a 9,1 miliardi di euro a dicembre 2012, (-2,4% rispetto al 2011; -3,2% il Mezzogiorno); alle famiglie consumatrici sono andati 8,3 miliardi (-3,5% la variazione annua, -2,3% il Mezzogiorno). 
A fronte dell’ampio sostegno a famiglie e imprese, il settore bancario sconta ancora la difficile congiuntura economica sul territorio con il risultato che sempre a dicembre 2012 il rapporto sofferenze/impieghi ha raggiunto l’11,3%, con sofferenze pari ad oltre 2,3 miliardi di euro.
Buono l’andamento dei depositi da parte della clientela, segno di una costante fiducia dei risparmiatori: complessivamente 23,5 miliardi di euro pari ad un incremento dell’1,8%.
In questa fase di crisi, il consolidamento del rapporto tra banche e imprese ha prodotto risultati importanti: l’Avviso comune per la sospensione dei mutui ha rappresentato la prova più tangibile di quanto le banche siano vicine alle imprese.
A febbraio 2012 è stata firmata una nuova intesa che delinea “Nuove misure per il credito alle Pmi”, misura recentemente prorogata fino al 30 giugno 2013: in dettaglio, secondo i dati più aggiornati, ai sensi di tale iniziativa le banche hanno sospeso quasi 74.700 finanziamenti a livello nazionale (che si aggiungono ai 260.000 dell’Avviso comune scaduto il 31 luglio 2011), pari a 24,2 miliardi di debito residuo (in aggiunta ai 70 miliardi dell’Avviso comune) con una liquidità liberata di 3,6 miliardi (oltre ai 15 miliardi di euro con l’Avviso comune). Alla Calabria è riconducibile circa l’1,3% del totale delle operazioni sospese e l’1,1% dell’ammontare complessivo delle quote capitali sospese.
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