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Imprese, +39mila nel secondo trimestre, 1 su 3 al sud

Secondo i dati dell'anagrafe delle imprese italiane continua il recupero post-crisi, ma la vitalità del sistema rallenta il passo. In recupero artigianato, commercio, turismo e costruzioni.

Tecnologie
Note positive e qualche campanello di allarme dall'anagrafe delle imprese italiane che vede una crescita di 39mila unità nel secondo trimestre del 2011.
Tra aprile e giugno, il bilancio demografico rilevato attraverso i registri camerali ha registrato un numero di iscrizioni in linea con lo stesso periodo dello scorso anno (circa 107mila unità) mentre le cessazioni, dopo la forte diminuzione del secondo trimestre del 2010), hanno fatto segnare un lieve rimbalzo negativo, attestandosi a 67mila unità (circa 7.500 unità in più rispetto al periodo aprile-giugno 2010).
Il saldo del secondo trimestre del 2011 risulta pertanto positivo per 38.959 unità, inferiore rispetto a quello corrispondente del 2010 ma ben superiore a quelli del 2009 e 2008.
Questi i dati salienti della rilevazione sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre dell'anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta per Unioncamere da InfoCamere – la società di informatica delle Camere di Commercio italiane.
Da segnalare come il 18,7% dell'incremento della base imprenditoriale rilevato nel periodo (poco più di 7mila unità) sia frutto del lento ma continuo recupero delle imprese artigiane che, rispetto al corrispondente trimestre del 2010, fanno registrare una lieve crescita delle iscrizioni e (a differenza del dato complessivo) una significativa riduzione delle cessazioni.
In termini percentuali, tra aprile e giugno lo stock delle imprese registrate è cresciuto complessivamente dello 0,64% (contro lo 0,78% del secondo trimestre 2010), pari ad un valore assoluto, al 30 giugno di quest'anno, di 6.119.975 unità di cui 1.464.322 artigiane. Guardando alla struttura del saldo, dai dati emerge come esattamente il 33% (12.869 imprese) sia localizzato nelle regioni meridionali e insulari, il 36,4% (14.200) sia dato da imprese costituite in forma di società di capitali e il 22% (8.556) operi nel settore del commercio.
"L'Italia è in un passaggio stretto e difficile – ha commentato il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello - e ciascuno deve dare il proprio contributo di positività per superarlo. Le forze imprenditoriali stanno facendo la loro parte, dimostrando di credere nel mercato e accettando le sue sfide, nonostante i tanti ostacoli che frenano chi vuole fare impresa".
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