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Consumi, commercio e servizi sperano nel Natale

Il Centro studi di Unioncamere presenta l'indagine congiunturale relativa al terzo trimestre: per risollevarsi dalla crisi, le imprese del commercio e dei servizi sono fiduciose nella stagione natalizia.

Tecnologie
Le imprese del commercio e dei servizi guardano con fiducia agli ultimi tre mesi di calendario per risollevare, almeno in parte, le sorti di questo 2010. È quanto emerge dall'indagine congiunturale del Centro studi di Unioncamere relativa al terzo trimestre.
Rispetto all'anno scorso, è diminuito il numero degli imprenditori del commercio che vedono "nero" l'orizzonte di fine anno (solo 14 su 100, contro i 22 del 2009), mentre è aumentato il numero di quelli che nutrono attese positive sulle vendite sotto l'albero (36 su 100, contro i 33 di dodici mesi fa).
Le attese di un'inversione di tendenza appaiono più che giustificate, se si considera che anche il terzo trimestre dell'anno si è chiuso con il segno meno sia per le vendite delle imprese commerciali (-3,0% nell'aggregato) sia per quelle dei servizi, il cui volume d'affari - con la sola esclusione dei trasporti (+1,2%) - tra luglio e settembre è ulteriormente diminuito rispetto allo stesso periodo del 2009.
Per quanto riguarda il commercio, le attese più positive per l'andamento delle vendite nell'ultimo trimestre dell'anno si registrano nel Nord-Ovest, dove è di 35 punti percentuali la differenza tra ‘ottimisti' e ‘pessimisti'. Non distanti si collocano gli imprenditori commerciali del Nord-Est e del Centro Italia, rispettivamente con 26 e 24 punti di differenziale positivo. Molto indietro restano quelli del Sud e Isole, dove l'ottimismo ha un vantaggio di soli 4 punti.
Il Natale si annuncia più ricco di promesse per le imprese di maggiori dimensioni (quelle con oltre 20 dipendenti), dove il differenziale positivo si attesta addirittura a 50 punti, con un picco di 63 punti nel Nord-Ovest. Se si guarda alla dimensione d'impresa, anche il Mezzogiorno mostra un profilo diverso, con un saldo di 45 punti in campo positivo tra chi prevede aumenti di vendite e chi, invece, diminuzioni.
Quanto ai settori, le aspettative migliori si registrano in quello degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini, dove il saldo positivo si attesta a 49 punti. Più moderate le attese nei comparti del commercio al dettaglio di prodotti non alimentari (+16 punti) e di quelli alimentari (+10).
Tra le attività dei servizi, gli imprenditori più fiduciosi sono quelli dell'informatica e telecomunicazioni: 28 punti separano, infatti, gli ‘ottimisti' dai ‘pessimisti' con un differenziale massimo di 36 punti tra le imprese di dimensioni maggiori (quelle con oltre 50 dipendenti). Più distanziati appaiono gli imprenditori che gestiscono mense e servizi bar e quelli che operano nei servizi alle persone (per entrambi sono 18 i punti in più nel campo positivo).
Sul fronte opposto, unico settore che affronta la fine dell'anno con aspettative più negative che positive è quello degli alberghi, ristoranti e servizi turistici: -4 il dato aggregato, frutto di un –5 rilevato tra gli imprenditori della fascia dimensionale più piccola (1-49 dipendenti) e del –1  attribuibile alle imprese della fascia più grande.    
"Le imprese del commercio e dei servizi – ha commentato il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - sono più di 3,2 milioni e rappresentano il 54,2% di tutto il sistema imprenditoriale nazionale e la fonte di reddito di milioni di famiglie. Se la dinamica dei consumi interni e degli investimenti pubblici non ritornerà presto su livelli accettabili, è realistico pensare a un altro anno difficile sul fronte interno, con conseguenze negative sul recupero dei livelli occupazionali. La via d'uscita è stretta ma inevitabile e passa per una riforma del fisco a tutele di imprese e lavoro, di uno sforzo di forte semplificazione della macchina pubblica e di una sua maggiore efficienza a tutti i livelli. La sfida per uno Stato davvero moderno è la sfida dell'Italia dei prossimi anni".
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