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Agostino Santoni, ecco l’avventura Cisco

Dopo tre mesi dalla nomina di Amministratore delegato della filiale italiana, il manager si racconta. Sfide e obiettivi nell’era dell’Internet of everything. Puntando su valori quali: focalizzazione sui dipendenti, Corporated Social Responsability, italianità e tecnologie.

Tecnologie
A 90 giorni dal suo mandato nella veste di Amministratore delegato di Cisco Italia, Agostino Santoni incontra la stampa per fare il punto della situazione. E racconta la scelta Cisco, partendo dalle due principali esperienze professionali precedenti. In HP Italia, dove a ricoperto differenti ruoli manageriali con responsabilità sul canale per arrivare fino a Vice President & Enterprise Sales Director; successivamente in Sap nella veste di Amministratore Delegato. IT e e servizi da una parte e mondo applicativo dall’altro. E ora l’avventura Cisco, che apre Santoni al mondo infrastrutturale, quello di Internet e delle reti. Una vista completa per comprendere meglio i processi di business delle aziende. “E’ un mondo nuovo per me, specialista dell’Italia e generalista dell’IT; da scoprire. In Cisco però ho trovato una comunanza di valori”.
agostino-santoni-ecco-l-avventura-cisco-1.jpgIn primis, l’attenzione e l’impegno verso i dipendenti, le modalità di lavoro e la managerialità. Nel 2012 Cisco Italia ha ottenuto il riconoscimento di “Great place to work”: “E’ un obiettivo che voglio perseguire anche durante il mio mandato.”
Un altro valore è quello della Corporate Social Responsability, la responsabilità sociale dell’azienda. “Oggi si parla molto di Agenda Digitale, ma c’è ancora molto da fare per portare la cultura digitale ai 60 milioni di cittadini italiani. E Cisco in quest’ambito vuole avere un ruolo fondamentale”. E cita due esempi concreti dell’azienda per promuovere la cultura digitale: il progetto ‘A scuola di Internet’ in cui  oltre 100 dipendenti Cisco su base volontariahanno formato oltre 15 mila studenti, più di 1.500 genitori e molti professori. E Cisco Networking Accademy con oltre 20 mila persone formate nel 2012 e circa 80 mila dal 1997 a oggi. “L’85% delle persone certificate sulle tecnologie Cisco nel giro di sei mesi ha trovato lavoro o ha migliorato la propria posizione professionale”.
E poi c’è l’italianità. Cisco Italia è parte di una corporation, un’azienda di respiro internazionale ma anche fortemente radicata sul territorio italiano. Esempio concreto di ciò è il coinvolgimento diretto in Expò 2015, come global sponsor. “Questa è un’ulteriore testimonianza di quanto Cisco sia interessata allo sviluppo del Paese Italia. Per Cisco è un grande investimento, ma anche una grande opportunità per trasformare il Paese e dimostrare il successo dell'Italia e dell'importanza delle tecnologie”.
Secondo Santoni Expò 2015 (l’investimento Cisco è stato pari a 40 milioni di Euro) si declina in due modalità: dal punto di vista tecnologico e infrastrutturale in termini di gestione dell’evento  - come spazio fisico, infrastrutturale e tecnologico - e come modello di città intelligente da esportare potenzialmente in tutte le città del Paese e non solo. "E' un cantiere aperto, in cui si lavora per rendere l'esperienza del visitatore unica". L’idea che coinvolge i diversi attori del progetto consiste nell’utilizzare tale protocollo – costuituito da infrastrutture, applicazioni e servizi – come modello di città intelligente da replicare. Attraverso il supporto dei partner, modello di business da sempre sposato da Cisco. A differenza dell’Expò di Shanghai, che si è distinto in termini di valorizzazione degli spazi, l’Expò italiano deve puntare ai contenuti, al brand Italia, e alla sua capacità di innovare. “Sarà ricordato come il migliore  evento dal punto di vista dell’innovazione tecnologica”, dice Santoni. 
Ultimo valore, ma di estrema importanza, la tecnologia. Oggi il nuovo manifesto di Cisco è quello di “Internet of everything”, che supera quello di ‘Internet delle cose’ e abbraccia un modello di Internet molto più esteso ed evoluto di quello odierno. “E’ la Rete intelligente come strumento straordinario per mettere insieme persone, processi, dati  e cose al fine di trasformare il modo di vivere, lavorare e relazionarsi”. E’ un mercato dalle potenzialità infinite. “Si pensi che oggi il 99,8% degli oggetti non è ancora collegato a Internet. A partire dal 2015 tutti gli elettrodomestici ad un prezzo superiore di 200 euro dovranno avere un indirizzo IP. E’ un mercato che vale 14,4 miliardi di dollari. E porterà anche nuova occupazione”.
Le tecnologie sono propedeutiche a trasformare il modo con cui lavorano aziende, organizzazioni, pubbliche amministrazioni. 
Tra i filoni tecnologici principali indirizzati da Ciscola mobilità e il relativo paradigma del Byod – sia in termini di gestione dei dispositivi sia di capacità di gestire il fenomeno in termini di sicurezza;  il cloud computing - che si esprime nell’integrazione della rete con i componenti blade Ucs nelle appliance; il riferimento va qui alla collaborazione con Emc e NetApp, per sviluppare appliance in cui si combinano storage, server e networking ma anche nelle tecnologie che stanno trasformando il data center come l’in-memory computing; e la collaboration, sempre più pervasiva.
L’occasione è stata anche momento per inquadrare l’attività della filiale italiana. Senza parlare di numeri, però.
“In un contesto complicato di effettiva difficoltà di investimenti si notano alcuni indicatori interessanti: un’energia positiva e una maggior capacità di investimento nelle medie imprese con una vocazione all’internazionalizzazione e una certa vitalità nei partner medio piccoli”, dichiara Santoni.
settori merceologici oggi più ricettivi alle tecnologie Cisco, in particolare alla collaboration, sono: il bancario, dove sta prendendo piede il concetto di ‘remote express’, in cui si porta la logica di collaborazione nelle agenzie; il retail allargato, per fornire un’esperienza diversa ai consumatori e fare formazione nei punti vendita; la sanità – si stanno realizzando progetti pilota sul tema della ‘second opinion” e sviluppando chioschi in cui effettuare ‘digital health’; le telco, soprattutto in una logica di creazione di servizi per le imprese.
Santoni non intende apportare nessun cambiamento a livello manageriale; squadra buona non si cambia. “Non ho intezione di modificare l’ottimo lavoro fatto in precedenza da David Bevilacqua.La mia idea è quella di capitalizzare il riassetto organizzativo già effettuato in precedenza”, conclude Santoni.
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