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Il Presidente Napolitano a Shanghai, la nostra Expo sia all'altezza

Giorgio Napolitano, colpito dal successo dell'Expo di Shangai, ha esortato gli organizzatori dell'edizione 2015 ad imitare i cinesi. L'esposizione di Milano, seppure più contenuta nelle dimensioni, sia "all'altezza del nostro prestigio, delle nostre possibilità e delle aspettative di tutto il mondo".

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è rimasto molto colpito dalla sua visita all'Expo di Shanghai.
Particolarmente apprezzato il successo del padiglione italiano, che, secondo i dati forniti dagli organizzatori, è stato visitato da ben 7 milioni di persone (un visitatore su dieci dei 70 milioni presenti all'esposizione universale).
"Ci sono tanti motivi che possono spiegare questo successo", ha affermato Napolitano: oltre alla bellezza della struttura e degli eventi organizzati, il cuore del padiglione sono stati gli stessi italiani che, a detta del presidente, "trasmettono una carica di umanità e di simpatia come pochi altri popoli sono in grado di fare. Questo i cinesi lo comprendono, lo sentono e lo apprezzano".
Il presidente è intervenuto ieri ad un incontro a cui erano presenti anche Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano e Giuseppe Sala, amministratore di Expo 2015, esortandoli a fare tutto il necessario per imitare il successo dei cinesi.
"Contiamo moltissimo su quello che vi preparate a fare in vista dell'Expo di Milano – ha affermato Napolitano - dovete essere pronti a prendere questo testimone e a cominciare la corsa non per fare qualcosa che abbia le dimensioni irraggiungibili dell'Expo in un Paese con un miliardo e trecento milioni di abitanti, ma per fare un'Expo che sia comunque all'altezza del nostro prestigio, delle nostre possibilità e delle aspettative di tutto il mondo".
"L'Expo che dobbiamo fare – gli ha fatto eco Formigoni - deve prendere tutte le lezioni da questo evento e capire che dovrà essere un evento popolare, di massa, dove si devono mischiare tra di loro e sommare le dimensioni più diverse, complementari: la dimensione culturale, l'approfondimento del tema, il protagonismo delle aziende e quello culturale. Non punteremo sul gigantismo ma sulla qualità".
Con un'attenzione particolare anche a tutto ciò che succederà fuori dall'Expo in senso stretto: "dobbiamo pensare – ha affermato il governatore lombardo - a 180 giorni di extra-Expo, dobbiamo attrarre i giovani con eventi con un programma ricco. Faccio appello ai creativi, le bande popolari, i musei, i teatri, riempiamo sei mesi di calendario con iniziative".
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