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Assintel: mercato IT ancora in calo, meno 7,6% nel 2010

L'Assintel Report 2010 fotografa un mercato IT ancora colpito dalla crisi, che nell'anno in corso cala del 7,6% a 19.271 milioni di Euro. La parola d'ordine per crescere è innovazione.

Tecnologie
La crisi continua a far sentire i suoi influssi negativi sul settore dell'Information Technology italiano. Ad affermarlo è Assintel, l'associazione nazionale delle imprese Ict di Confcommercio-Imprese per l'Italia, nel suo Assintel Report 2010, realizzato in collaborazione con Nextvalue.
I dati parlano chiaro: il mercato IT nel 2010 cala del 7,6% su base annua, raggiungendo un volume complessivo di 19.271 milioni di Euro: si tratta di un nuovo importante ribasso, pari a circa 1 miliardo di Euro, rispetto allo scorso anno, che già era stato il peggiore dal 2001.
In particolare, si registra il crollo del mercato dell'hardware (-18,6%) e la flessione dei servizi IT (-3,8%), mentre il settore software appare in leggera ripresa (+2,7%).
"Il sistema Paese – afferma l'Assintel Report - continua a perdere in competitività a causa della mancanza di politiche strutturali di investimento in innovazione. Infatti il dato italiano è peggiore rispetto alla media europea (-6,3%), mentre le altre economie internazionali sono già in crescita: Nord America +2,5%, Giappone +0,6%, Cina +11,5% e India +13,5%".
Nel secondo trimestre, spiega il rapporto, si sono verificati i primi segnali di ripresa; ma "ci aspetta un lungo periodo di transizione, durante il quale il mercato sperimenta una 'nuova normalita'' fatta di ridimensionamento degli investimenti, contrazione delle risorse, ottimizzazione dei processi, e la galassia delle imprese si sta contraendo a beneficio di una razionalizzazione dell'offerta".
La parola chiave per crescere è l'innovazione. "occorre cambiare registro – ha affermato Giorgio Rapari, presidente di Assintel, durante la presentazione del report a Roma - puntando su una vera e complessiva Innovazione di tutta la struttura socio-economica. Per fare questo serve un nuovo modello di coesione, a partire dalla rappresentanza imprenditoriale per arrivare ad un nuovo patto sociale per la crescita. E la politica deve fare la sua parte".
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