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Partnership e tecnologia per la nuova supply chain

Le aziende della logistica devono saper cogliere l'occasione della crisi economica in atto per rinnovare strumenti e tecnologie e, allo stesso tempo, costruire nuove partnership per realizzare un net di supply chain veramente globale

Tecnologie
La profonda crisi economica in atto ormai da oltre due anni sta avendo un impatto significativo sull'intera supply chain. Le caratteristiche, le conseguenze e gli scenari futuri che le aziende della logistica si troveranno, probabilmente, ad affrontare sono stati l'oggetto dell' incontro Ripensare la Supply Chain: esperienze di successo in tempo di crisi organizzato dal Politecnico di Milano in collaborazione con i loro omologhi tedeschi della Technische Universitat Hamburg-Harburg
"Ci stiamo muovendo in un periodo di incertezza sul futuro", ha detto Umberto Bertelé, Presidente del MIP. "L'economia è variegata: alcuni paesi e settori vanno bene, altri male, altri ancora malissimo."
L'estrema incertezza non è l'unica caratteristica nuova (il mondo è arrivato a questa fase al termine di diversi decenni di sicurezza economica e di sviluppo) del periodo storico che stiamo vivendo. "Si viaggia ad una velocità di cambiamento pazzesca", aggiunge sempre Bertelè. "Serve un momento di ripensamento anche su scelte del passato, magari non più interessanti, o per presa d'atto di novità negli equilibri mondiali".  
L'appuntamento MIP-TUHH ha voluto quindi analizzare cosa c'è sulla strada delle aziende della logistica. Partendo dall'importanza di stringere partnership con altre aziende per realizzare una catena di supply chain flessibile, efficiente, in grado di rispondere alle esigenze del mercato. E parlando di partnership, Bertelè ha voluto porre l'accento su quella che il Politecnico ha stretto con i colleghi del TUHH, che comprende diverse attività comuni in entrambi i paesi. Il prossimo appuntamento, per esempio, è ad Amburgo tra un paio di mesi.  
Thorsten Blecker, docente di Business Administration presso l'ateneo nella città anseatica, ha voluto fare ricordare quali sono le principali caratteristiche della crisi economica in atto. "Stiamo assistendo ad una veloce dematerializzazine e modularizzazione della richiesta e dell'intera logistica", ha detto. "Tra le maggiori voci di cambiamento – ha continuato il docente tedesco – ci sono l'aumento del contenuto locale nella richiesta di logistica (un riferimento al successo del 'chilometro zero', ndr) e, implicitamente una diminuzione della velocità del processo di globalizzazione".
La necessità di contenere le spese di trasporto – ed in particolare quelle legate ai carburanti – e di rispettare regolamenti in materia di emissioni di Co2 sempre più stringenti ha portato ad un ribilanciamento della quota di trasporti a favore di quelli  intra-Europei. A livello mondiale, invece, Blecker sottoliena l'emergere di un protagonista assoluto del mercato, la Cina, vera e propria dominatrice, che in pochi anni da paese esportatore si è trasformato n paese importatore: di materie prima, di beni, di servizi.  
Le prospettive per gli operatori del settore non sono nere: al contrario, i segnali positivi sono più numerosi di quelli negativi. Diversi studi realizzati in Germania sottolineano come il mercato si sta riprendendo, e lo stesso Porto di Amburgo – di cui la TUHH è, ovviamente, partner fondamentale – ha messo in atto una nuova strategia per approfittare dell'onda positiva in arrivo.
La ricetta indicata dal convegno milanese indica due ingredienti principali perché i segnali positivi diventino un'onda di piena: forte propensione alla partnership e l'impegno nel rinnovamento tecnologico del settore. "A partire dall'inserimento di tecnologie RFDI, che possono aiutare nel tracciamento delle merci e dei container, e dall'implementazione di nuovi strumenti di sicurezza".
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