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Melfi, Marchionne: giusta la linea di Fiat, ma pronti a trovare una soluzione

Al Meeting di Rimini, Sergio Marchionne è intervenuto sulla vicenda di Melfi ("i tre operai bloccavano la produzione in modo illecito, abbiamo rispettato la legge") e sulla situazione del paese, auspicando un nuovo patto sociale. Bonanni (Cisl): "proposta buona, ma bisogna andare oltre adottando un modello partecipativo nelle relazioni industriali".

Tecnologie
"Certe decisioni, come quella di Melfi, non sono popolari. Ma non si può fare finta di niente". Ne è convinto Sergio Marchionne: la linea dura adottata da Fiat nei confronti dei tre operai dello stabilimento Sata di Melfi è la strada giusta.
Il manager è intervenuto sulla questione durante un incontro al Meeting di Rimini: "abbiamo prove inconfutabili – ha spiegato - di quello che è successo quel giorno nello stabilimento. Sono stati fatti discorsi sulla dignità dei tre lavoratori, ma non dobbiamo dimenticare che quel giorno c'erano altre persone in fabbrica che stavano lavorando e sono state bloccate. Verso di loro, verso questa maggioranza, abbiamo un obbligo che non avremmo potuto mantenere se non avessimo preso questa decisione''.
I tre, infatti, avrebbero bloccato la produzione "in modo illecito", danneggiando gli altri dipendenti: un comportamento che, secondo il Lingotto, non può non essere sanzionato.
E sulle accuse della stampa e di molti esponenti sindacali di questi giorni, Marchionne ha ribattuto: "Fiat ha dato pieno seguito al primo provvedimento provvisorio della magistratura. Ora siamo in attesa del secondo grado e ci auguriamo che sia meno influenzato dalla campagna mediatica".
L'ad ha poi dichiarato di essere pronto a trovare una soluzione a questo spinoso problema che soddisfi tutte le parti in causa, così come auspicato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Ma nel suo intervento, Marchionne non si è concentrato solo sulla vicenda di Melfi: il manager ha voluto descrivere la sua visione della realtà industriale italiana, che può e deve trovare una nuova via di sviluppo.
Il tradizionale conflitto padrone-operaio, secondo l'ad, non esiste più. Ciò che occorre all'Italia è "un patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici e per dare al paese la possibilità di andare avanti".
Pronta la risposta del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha apprezzato la proposta. Quello che serve, secondo Bonanni, è  "una riforma per far progredire il Paese con l'adozione di un sistema partecipativo che responsabilizzi i lavoratori. A Marchionne e alla Marcegaglia dico che il patto sociale va benissimo, ma bisogna andare oltre adottando un modello partecipativo nelle relazioni industriali".
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