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Energia: concorrenza a due velocità per elettricità e gas

L'Autorità per l'energia elettrica e il gas pubblica uno studio sulla concorrenza nei due mercati. Nel settore elettrico più opportunità: in 3 anni, oltre 3,2 milioni di famiglie hanno cambiato fornitore. Nel gas invece scarsa competizione: in 7 anni hanno cambiato solo 800 mila famiglie.

Tecnologie
In Italia, la liberalizzazione del mercato dell'energia viaggia a due diverse velocità: con efficacia nel settore elettrico, già positivamente aperto alla concorrenza; con molte resistenze e difficoltà invece nel settore del gas, penalizzato dalla scarsa competitività.
È quanto emerge da una recente indagine dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Vediamone i dati nel dettaglio.
Nel settore elettrico, a tre anni dalla completa apertura del mercato per tutti i consumatori (1° luglio 2007), oltre 3,2 milioni di famiglie e 1,2 milioni di piccole aziende hanno già cambiato fornitore, scegliendo fra le diverse opportunità offerte da diversi venditori in competizione fra loro.
In totale, dal 1° luglio 2007, sono circa 4.424.000 (pari al 12,2% del totale) i consumatori che hanno scelto il mercato libero dell'energia elettrica.
All'interno del settore, gli switching (cambi di fornitore) sono aumentati del 4% nell'ultimo anno, a conferma del positivo sviluppo della concorrenza.
Tutt'altro scenario quello che si presenta nel settore gas naturale. Qui i cambi di fornitore sono minori perché il mercato gas è ancora poco efficiente ed in forte ritardo nello sviluppo della concorrenza e delle infrastrutture.
A oltre sette anni dalla completa apertura del mercato (gennaio 2003), ha scelto il mercato libero solo il 4% delle famiglie e, in totale, i cambi di fornitore (famiglie e aziende) non superano il 7%.
Le forti asimmetrie fra o due mercati sono legate principalmente alla presenza, nel settore del gas, di un operatore dominante (Eni) che controlla ancora il 92% delle infrastrutture di import e il 65% delle immissioni sul mercato nazionale. Nel settore elettrico, invece, la quota nazionale dell'operatore ex monopolista dominante (Enel) si è ridotta al 30% e sul mercato sono entrati nuovi operatori che hanno indotto anche un aumento della capacità di produzione.
Tra le grandi differenze tra i due settori, inoltre, va ricordata anche quella riguardante la terzietà delle reti di trasporto, monopoli che dovrebbero garantire a ogni concorrente servizi senza nemmeno il dubbio di discriminazioni.
Se "per il mercato elettrico – spiega l'autorità in una nota - è stata già opportunamente attuata, con vantaggi per i consumatori, la separazione proprietaria di Terna da Enel, nel settore gas Snam Rete Gas è ancora controllata da ENI, uno dei concorrenti in gioco e per giunta il dominante; ciò non ha favorito e non favorisce lo sviluppo infrastrutturale, la concorrenza e l'efficienza del mercato gas".
Più in generale, le liberalizzazioni e la regolazione hanno già garantito risultati importanti: nel settore elettrico nazionale, ad esempio, una riduzione di oneri stimabile in più di 4,5 miliardi di Euro all'anno, rispetto al 1999. A questo dato hanno contribuito, per il 40%, la riduzione di componenti tariffarie regolate (trasporto e distribuzione) e, per il 60%, la pressione competitiva (sul mercato all'ingrosso in particolare) che ha indotto investimenti per impianti nuovi e più efficienti.
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