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Negli HP Labs nasce la rivoluzione dei microprocessori

L'evoluzione del memristor permetterà di realizzare processori molto più potenti e capacità di memoria dieci volte quelle attuali.

Tecnologie
Gli ultimi risultati raggiunti dai laboratori HP Labs, il ramo di ricerca centrale della società, potrebbero cambiare il modo in cui i sistemi computer vengono progettati, permettendo una migliore elaborazione  dell'attuale crescita di informazioni che l'azienda non esita a definire esplosiva. 
I ricercatori hanno scoperto che il memristor, una resistenza dotata di memoria che rappresenta il quarto elemento del circuito base nell'ingegneria elettrica, è dotato di maggiori capacità di quanto si ritenesse in precedenza. Oltre a essere utile nei dispositivi di memoria, il memristor ha una funzione logica, che permetterà in futuro di eseguire il calcolo nei chip in cui vengono immagazzinati i dati, piuttosto che in un'unità di elaborazione centrale dedicata.  

I dati più recenti sul memristor sono illustrati in un documento pubblicato sulla rivista Nature da sei ricercatori di HP Information and Quantum Systems Lab., guidati da Stanley Williams. Nel contempo, la società ha creato architetture, pronte per lo sviluppo, per chip di memoria che utilizzano il memristor e ritiene sia possibile che i dispositivi comprendenti tale elemento possano essere immessi sul mercato nel giro di pochi anni. I ricercatori hanno inoltre progettato una nuova architettura in cui strati multipli di memoria memristor possono essere sovrapposti uno sull'altro in un unico chip.
Fra cinque anni, questi chip potrebbero essere usati per creare dispositivi palmari in grado di offrire una memoria incorporata dieci volte superiore rispetto a quella esistente oggi, o che potrebbero potenziare supercomputer per lavori come il rendering cinematografico e la ricerca genomica, rendendo tutto estremamente più veloce di quanto la Legge di Moore suggerisce. Infine, i processori contenenti il memristor potranno sostituire il silicone negli smart display degli e-reader e potrebbero un giorno diventare persino i successori del silicone su larga scala.  
Rispetto alle tecnologie attuali, i memristor richiedono meno energia per il funzionamento e sono più veloci delle attuali tecnologie di immagazzinamento a stato solido come la memoria flash, con la possibilità di immagazzinare almeno il doppio dei dati nella stessa area. Da non trascurare anche il fatto che i memristor sono praticamente esenti da radiazioni, che possono disturbare le tecnologie basate su transistor, e diventano quindi un modo interessante per consentire la realizzazione di dispositivi più piccoli e allo stesso tempo più potenti. 
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