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Blockchain, l'esperienza Cedacri

Le opportunità per creare architetture aperte sulle quali configurare ecosistemi di business e di rete. L'esperienza di Cedacri nell’area pagamenti

Tecnologie
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Blockchain. L’architettura definita inizialmente a supporto del bitcoin diventa il paradigma attraverso il quale interpretare il mercato fintech o la trasformazione digitale del mondo bancario. Numerosi ormai i progetti e le sperimentazioni che vedono coinvolti molti soggetti del settore.

“Il progetto blockchain su cui sta lavorando da circa un anno e mezzo Cedacri – afferma Michele Dotti, Responsabile Direzione Architettura - ha l’obiettivo di realizzare un nuovo sistema di pagamento implementando i casi d’uso del peer-to-peer e peer-to merchant. L’obiettivo principale è sfruttare la tecnologia blockchain per creare uno schema a basso costo, estremamente innovativo e sicuro by design.

“Siamo partiti analizzando le tecnologie blockchain standard e abbiamo osservato diversi vantaggi sia lato sicurezza sia dal punto di vista di affidabilità generale del sistema”. Si è quindi scelto di realizzare uno schema permissioned privato in quanto il sistema unpermissioned è stato considerato non coerente con le esigenze di un sistema bancario in termini di privacy, velocità e governance.

Ci siamo basati su tecnologie open source definendo un sistema che eredita i principali paradigmi della blockchain mantenendo la concatenazione delle transazioni e attivando un consenso distribuito tra i nodi che costituiscono lo schema con replica dei dati sui vari nodi”, spiega Federico Folloni della Direzione Architettura di Cedacri.

La sicurezza è tutta basata su crittografia avanzata in stile blockchain con certificati privati in mano al dispositivo dell’utente mentre la parte pubblica rimane lato server. Ciascun nodo mantiene una copia del registro e contiene i dati specifici della banca e i servizi che è in grado di erogare.

Ogni nodo è autonomo ed effettua dei controlli di consistenza sui dati e sulle richieste in arrivo dal wallet. Quando un utente chiede una transazione di pagamento l’applicazione appone la firma digitale sulla richiesta. Quest’ultima arriva a un nodo di riferimento che valida la transazione e nel caso la scrive sulla catena. In automatico i nodi replica valutano ulteriormente la richiesta che in prima istanza è stata recepita dal primo nodo.

Da un punto di vista dello schema è possibile aggiungere nodi che sono presenti anche in banche che non sono gestite dal mondo Cedacri. In questo senso l’architettura è aperta a tutto il sistema bancario italiano.

Lo schema permette di mantenere un controllo distribuito e continuo della consistenza della base dati ovvero ogni nuova transazione che viene inserita nello schema innesca una serie di controlli a cascata e a ritroso che permette di verificare tute le transazioni fino a un profondità storica parametrizzabile. Questo controllo viene applicato sia dal nodo che riceve la richiesta sia dal nodo di replica. Se ci fosse un tentativo di manomissione della base dati su uno dei nodi gli altri nodi si accorgono immediatamente che c’è un problema ed escludono il nodo dallo schema.

“Quello che abbiamo attivato – aggiunge Folloni - è un’infrastruttura dello schema su un cloud interno Cedacri che come architettura si sposa molto bene con queste applicazioni distribuite by design. Abbiamo creato wallet sia per gli utenti finali che per i merchant cercando di creare la migliore user experience”.

Quali i vantaggi principali? “Innanzitutto il costo di gestione, dice Dotti, che è di molto inferiore rispetto ai sistemi tradizionali. Sono state infatti utilizzate tecnologie open sia in termini di licenza che di gestione; in secondo luogo è un’architettura aperta ad altri casi d’uso alternativi e non confinati unicamente a quelli dei pagamenti.

"Per noi questa soluzione è un punto di partenza nell’utilizzo della tecnologia blockchain. Uno degli aspetti più rilevanti nell’uso di questa tecnologia sarà la gestione delle identità. Tramite questi schemi sarà possibile implementare casi d’uso dove non solo faccio pagamenti, ma effettuo firme di contratti".

Potenzialità che aprono questa architettura a nuovi scenari applicativi. Il prossimo step prevede infatti di estendere l’architettura alla firma di documenti. "Se opportunamente adottata - conclude Dotti - l’architettura blockchain può portare un grande vantaggio competitivo al sistema bancario”.
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