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App economy e mobile Internet

Dalla web economy all’app economy. Evoluzione e sviluppo di nuove iniziative e progetti a livello di impresa e di industry. I dati del Rapporto Gsma

Trasformazione Digitale
The Internet is mobile, and mobile is the Internet. La nuova fase digitale dell’informatica che caratterizza e definisce l’ecosistema sociale, aziendale ed economico con cui ci stiamo confrontando è largamente dipendente da tutto ciò che fa riferimento alla dimensione mobile. Dalla web economy si è passati all’app economy con tutto ciò che ne consegue in termini di evoluzione e sviluppo di nuove iniziative e progetti a livello di impresa e di industry.  

Internet is the mobile, and mobile is the Internet, un’affermazione che trae il suo fondamento dalla costante accelerazione del numero di accessi a internet da mobile rispetto agli accessi da rete fissa: è il 2013 che ha rappresentato lo spartiacque rispetto alla precedente era, quella web economy. In quell’anno è stato infatti registrato il superamento della penetrazione dell’internet mobile sul fixed broadband. Un trend che è andato consolidandosi nel corso degli anni successivi, come si evidenzia dal rapporto Global Mobile Trends pubblicato a ottobre da Gsma Intelligence. E se nel 2016 la penetrazione dell’internet mobile ha raggiunto il 48% della popolazione, nel 2020 ci si attende che questa percentuale possa arrivare al 60% per complessivi 4,7 miliardi persone.  

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In base al rapporto nel quinquennio 2015-2020 la base demografica degli utilizzatori di smartphone aumenterà di un ordine di grandezza davvero straordinario equivalente a più di un miliardo di persone. Una crescita che sarà in larga parte determinata dall’aumento di connected people nei mercati emergenti, in primis India e Cina, dove l’incremento sarà rispettivamente di 337 e 209 milioni di nuovi utenti.  In tutte le economie di nuova generazione il mobile diventerà di fatto il mezzo di accesso priamrio a Internet, mentre la connessione fissa sarà per lo più residuale.

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Aumenteranno contestualmente i numeri di dispostivi connessi alla rete, per effetto dell’Internet of Things. Oggetti intelligenti in grado di interagire e inviare dati, siano essi associati alla smart car, smart home, smart workplace o smart industry. Complessivamente, sommando la dimensione del mobile computing (smartphone + tablet + PC) e quella riferibile all’IoT, il numero di oggetti connessi in rete raggiungere la straordinaria cifra di 2.9 miliardi, praticamente il doppio del numero attuale. E’ la digital transformation, poiché questo nuovo assetto porterà con se un immenso potenziale di cambiamento in termini di sviluppo di nuovi servizi e applicazioni che indirizzeranno sia la componente B2C che B2B.  

Da punto di vista industriale l’espansione del mobile tenderà ad avvantaggiare i produttori asiatici e in particolare l’economia cinese dove sono concentrate aziende come Lenovo, Huawei, Oppo e Lenovo, basti pensare che già oggi (dati riferiti al primo trimestre 2016) il pool tecnologico cinese ha una share di venduto pari al 36% e principalmente conventrato nel segmento low end rappresentato da dispositivi con un prezzo inferiore ai 200 dollari). 

Il fatturato generato dal mercato mobile tenderà peraltro a differenziarsi andando ad estendere soprattutto la componente generata dai contenuti, nella fattispecie, video online servizi di musica in streaming e vedita di e-book di cui si possono avvantaggiare aziende del calibro di Amazon, Netflix e Spotify), mentre in tendenziale diminuzione, in termini percentuali, la componente di fatturato generata da servizi di comunicazione (voce-dati) che nel 2025 è prevista possa valere il 38% del fatturato globale.
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