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ll valore dell’informatica? Abilitare i cambiamenti di business

Per Andrea Pontremoli, AD di Dallara, l’innovazione è legata alla capacità di trasformazione del business attraverso la leva tecnologica

Trasformazione Digitale
La Dallara è uno dei fiori all’occhiello dell’industria automobilistica italiana. Nata nel 1972 è oggi presente in tutti i campionati F3 ed è il fornitore unico di vetture ai campionati IndyCar, Indy Lights, GP2, GP3, World Series by Renault e Super Formula. Negli ultimi anni l'attività di engineering si è ampliata notevolmente (oggi rappresenta il 40% del fatturato totale), sia per quanto riguarda le vetture da competizione, che per le vetture stradali ad alte prestazioni. Le competenze distintive della società sono la progettazione e produzione – per la quale si utilizzano materiali compositi in fibra di carbonio - l'aerodinamica (galleria del vento e CFD) e la dinamica del veicolo (simulazioni e testing).  


foto-pontremoli.jpgIl valore dell’informatica
“Spesso si pensa all’informatica come strumento di efficienza ovvero fare le cose più velocemente di quanto si fa normalmente”, dice Andrea Pontremoli, dal 2007 amministratore delegato della società, intervenuto nel corso dell’evento milanese di Confindustria Digitale dedicato all’Industry 4.0. “Certo, l’uso estensivo delle tecnologie può contribuire a raggiungere più efficienza, ma per fare il vero salto si deve usare l’informatica in una logica completamente diversa con l’obiettivo di determinare una svolta nel modello di business”.

“Credo che la differenza sostanziale nel modo di fare impresa dipenda dalla capacità di trasformare logiche di business e approccio al mercato. Ciò significa, per esempio, non tanto creare i presupposti per essere pronti quanto puntare a costruire un’azienda preparata. La differenza? Essere pronti vuol dire che si pensa di essere in grado di affrontare un qualcosa che si ritiene debba succedere; essere preparati significa invece che si è in grado di affrontare un mondo in continua trasformazione, dove non si conosce cosa possa succedere, ma si ritiene di avere le capacità per reagire con successo ai cambiamenti”. In buona sostanza per Pontremoli un’azienda moderna deve avere caratteristiche di resilienza. Da un punto di vista piscologico significa far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici e, in senso più lato, avere spirito di adattamento, utilizzare l’intelligenza per superare abitudini, limiti e costrizioni. “E attenzione, aggiunge l’ad: l’informatica è preziosa, dà velocità, ma se non si dispone di modello di business solido, può essere pericolosa perché può accelerare il fallimento”.

“Oggi il digitale consente di progettare in modo completamente diverso. Si pensi alla progettazione di una macchina ibrida che deve disporre di un motore elettrico e di uno a benzina. Dove posizionare l’uno e l’altro? Davanti, dietro? Oppure è meglio associare ciascun motore elettrico a ogni singola ruota? La risposta sta nella simulazione e questo significa predisporre un sistema in grado di abilitare questo tipo di processo (vedi riquadro). Non dimentichiamo che l’innovazione nasce dall’errore e il digitale consente di sbagliare più in fretta, raggiungendo il risultato migliore in tempi più brevi. Ecco, quindi, l’invito a pensare digitale, “Un modello che deve essere esteso a tutta l’azienda, fornitori e collaboratori inclusi come tipicamente avviene in un’area distretto tecnologico come quella in cui operiamo. Significa avere la capacità di governare e orientare il cambiamento per tutti coloro che sono coinvolti nel processo”.

Business algoritmico
Dallara è sempre stata un’azienda che ha investito in innovazione, ma per Pontremoli il vero salto quantico è stato pensare all’informatica come leva di nuovo business. “In passato c’erano 107 persone, di cui 57 meccanici operai e 50 tra ingegneri e staff, per un totale di 32 milioni di euro fatturato. Ebbene, oggi si continuano a fare le stesse cose - ovvero progettazione, aerodinamica, simulazione - ma i meccanici sono diventati 47 mentre il numero dei dipendenti complessivi ha raggiunto le 540 unità e il fatturato è diventato di 76 milioni di euro. Che cosa è cambiato con questi numeri? E’ cambiato il modello di business. Prima il 95% del nostro fatturato era dato dalla produzione di macchina da corsa mentre oggi questa voce concorre per circa il 50% del business in quanto sono aumentate in maniera enorme tutte le altre nostre attività (digitali)”.

Per Pontremoli il digitale è la chiave per eccellere. “Per fare una macchina da corsa ci mettiamo nove mesi: otto in digitale e uno per la produzione. Quando sono arrivato nel 2007 ci volevano circa 24 ore per fare un calcolo. Con la potenza di calcolo attuale ci mettiamo meno di 8 ore. La cosa interessante è cha abbiamo sviluppato modelli matematici che sono rappresentativi della realtà che gira sul supercomputer. Per il simulatore di guida usiamo modelli matematici che gestiscono 60 mila parametri in real time, con la possibilità di eseguire dalle 15 alle 20 mila equazioni al secondo”.

Quella descritta da Potremoli è una realtà che molto si avvicina alla definizione di business algoritmico data di recente da Gartner: “E’ necessario creare forme di revenue digitale, dice Chris Howard, VP Distiguished Analayst di Gartner, l’unico percorso che può determinare nel tempo una crescita del business. Il business analogico, ahimè, è destinato progressivamente a diminuire”. Affermazioni, queste ultime, in linea peraltro con i risultati di una recente ricerca Gartner a livello globale in cui si afferma che i più importanti Ceo prevedono che, per il 2020, il fatturato digitale aumenterà dell’80%”.
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