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EMC, una federazione per il business digitale

Come rendere più efficiente e agile l’infrastruttura in essere creando le premesse per la generazione di nuovo business digitale

Cloud
L’organizzazione di tipo federativo cui fa riferimento il conglomerato Emc/Vmware/Pivotal rappresenta la soluzione migliore attraverso la quale consentire ai clienti di avviare una trasformazione digitale. Questo, almeno, è il messaggio che vuole passare al mercato il management del gruppo.

speaker-goulden-offset.jpgSecondo quanto affermato da David Goulden - Ceo di Emc Information and Infrastructure, in occasione del Citi 2015 Global Technology Conference, consueto appuntamento organizzato da Citigroup sui temi della tecnologia - tutti i clienti stanno vivendo una fase critica e una nuova competizione, quella creata da aziende nate negli ultimi anni che hanno impostato il proprio business su un’infrastruttura IT di nuova generazione completamente slegata dai sistemi legacy, che invece rappresentano il cuore dell’investimento IT delle aziende incumbent. Questa nuova ondata digitale sta creando un effetto disruptive, di discontinuità, che rischia di mettere in crisi i processi tradizionali cui sono legate una molteplicità di old companies. 

Per i CIO sostenere questa sfida significa da una parte rendere più efficiente e agile l’infrastruttura in essere, riducendone i costi complessivi, dall’altra gettare i semi per la generazione di nuovo business digitale. In questo senso va vista la proposizione di Pivotal, focalizzata nel supportare i clienti nella creazione rapida di nuove applicazioni”. E' questa, la forza della nostra proposizione dice Goulden, "EMC e Vmware sottendono, infatti, una sinergia tecnologica in termini infrastrutturali (cloud stack di Vmware + storage EMC) a supporto di nuove applicazioni e servizi come quelle, appunto, generate da Pivotal". 

Per EMC la trasformazione delle risorse IT interne alle aziende è nel segno del cloud privato. L’ondata trasformazionale implica l’efficientamento dell’investimento pregresso chedeve essere visto come premessa a un’integrazione con risorse cloud pubbliche. E’ quello che comunemente viene etichettato come modello hybrid cloud.  “Nuove applicazioni, trainate da esigenze applicative di tipo analitico, big data e IoT vengono ora ospitate in differenti classi di storage, dice Goulden. E in risposta a questa nuova classe di applicazioni si richiede scalabilità e la risposta si concretizza spesso in soluzioni diverse dal passato basate, per esempio su tecnologie come Hadoop”.

Non più, quindi, solo sistemi storage tradizionali: come per Ibm il mainframe, per EMC lo storage di classe enterprise VMAX non scomparirà, in quanto rappresenta il business a supporto di workload strategici. Contineurà a espandersi coerentemente con esigenze di capacità. Accanto ad esso andranno ad assumere rilevanza nuove tecnologie.  “I sistemi all flash, per quanto ancora presentino un costo dieci volte superiore ai sistemi array a disco, spiega Goulden, si evidenziano come tecnologia coerente per tutte quelle applicazioni dove la priorità è rappresentata dalle capacità prestazionale nell’ambito del supporto a nuove applicazioni.

Il cloud – dice Goulden, non compromette il workload di data center tradizionale. Non a caso, il nostro market share nello storage globale è del 30%, ma se si vanno a vedere le quote nel comparto di data center enterprise, lo share arriva al 50%. Tutto ciò – conclude Goulden – ci rende sempre più convinti che la soluzione ideale risieda nel creare opportunità per un IT ibrido che possa consentire opzioni e scelte per nuovi workload in cloud.
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