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Reply vuole superare il confine tra fisico e digitale

L’innovazione è da diverso tempo il punto fermo della strategia di un system integrator italiano sempre più proiettato sui mercati internazionali.

Cloud
Il percorso verso la trasformazione digitale appare ineluttabile per le aziende a tutti i livelli. Lo impone uno scenario globale nel quale tutti i più recenti casi di successo vengono dal “nuovo mondo”, ma la vera spinta in prospettiva, verrà forse dai cambiamenti nella vita di tutti i giorni, dove la mobility e i social media hanno già fatto sentire pesantemente i propri effetti anche sul business e l’Internet delle Cose pare destinata a dare la scossa decisiva in questa direzione.
Reply si è impegnata da tempo sul fronte digitale, anche se la storia e una parte significativa del volume derivano ancora dal mondo fisico. Xchange è la manifestazione annuale che l’azienda ha eletto a vetrina dei propri sviluppi più avanguardistici, oltre che a momento di riflessione con clienti e operatori del settore sullo stato del mercato e della società.
Che si tratti di una realtà in salute è dimostrato non solo dalle cifre di bilancio (560,2 milioni di euro di fatturato nel 2013, con una crescita del 14,2%), ma anche dall’espansione in termini di start up, aperte solo in minima parte in Italia (sette negli ultimi diciotto mesi) e in prevalenza all’estero, con una presenze già rilevante in Germania e apertura verso paesi come gli Usa e il Brasile. Gli ambiti di sviluppo sono in larga parte legati proprio all’Internet of Things, ai servizi cloud, ai pagamenti mobili, ai social media.
Molte attività, anche in Italia, sono orientate alla collaborazione: “Il cambiamento non deve essere solo legato alla tecnologia – ha affermato Tatiana Rizzante, Ceo di Reply – ma anche al concetto di network che noi per primi applichiamo alla nostra strategia. Mettere insieme diverse competenze significa crescere e competere anche a livello globale”.

I progetti più evoluti

Se la forza della società è ancora associabile a progetti nati nel mondo fisico (la gestione della logistica di Barilla, per fare un esempio), da qualche anno gli investimenti sono andati nella direzione delle piattaforme e dei mercati verticali più aperti all’innovazione e alla trasformazione digitale. Il retail, la sanità o il finance sono i comparti nei quali si sono già concretizzati progetti importanti, come il Wallet per i pagamenti mobili di CartaSi, il supporto allo sviluppo del tablet Hudl di Tesco o la tecnologia SkyGo.
reply-xchange-2014-iot.jpgFra le curiosità che potrebbero diventare presto sviluppi industriali, si può segnalare il lavoro di HiHealth, una realtà impegnata nella sanità elettronica, che ha già prodotto soluzioni di Telecare e assistenza remota, ad esempio in collaborazione con la regioni Piemonte e Lombardia. A Xchange si è potuto vedere un calzino “intelligente”, che server per monitorare a distanza la riabilitazione ortopedica dei pazienti, attraverso un indumento dotato di sensori e collegato a un’unità di rilevazione del movimento e a un sistema di raccolta ed elaborazione dei dati. Altre applicazioni sono un anello per il controllo del battito cardiaco e un caschetto per la rilevazione della qualità dell’aria realizzati con tecnologie a basso costo (piattaforma Arduino e Raspberry) oppure una scatola nera (progettata in collaborazione con Magneti Marelli) che si applica alle biciclette, soprattutto elettriche, e serve per rilevare la posizione del mezzo o fornire indicazioni sul percorso compiuto. 
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