▾ G11 Media Network: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | GreenCity | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | ...

Rallenta la spesa in BI. E il Big Data? Troppa confusione

Dopo anni di crescita a doppia cifra il comparto rallenta. Nel 2012 l'aumento è stato del 6,8% contro il 17% dell'anno precedente.

Trasformazione Digitale
Nel corso del 2012 gli investimenti che fanno riferimento alla business intelligence, al corporate performance management e alle applicazioni analitiche hanno evidenziato un brusco rallentamento rispetto all’anno precedente. Secondo i dati pubblicati da Gartner la crescita rispetto al 2011 è stata del 6.8%. Non male di questi tempi di incertezza economica, ma molto al di sotto della performance ottenuta l’anno precedente, + 17%. 
Complessivamente nel 2012, in base ai dati Gartner, per la BI sono tati spesi 13,1 miliardi di dollari contro i 12,3 miliardi del 2011. Circa il 70% di questo giro d’affari gravita attorno a cinque vendor. A guidare la classifica è Sap, cui Gartner accredita un market share del 22%, seguita da Oracle, Ibm, Sas e Microsoft. Quest’ultima è l’azienda che nel periodo analizzato è riuscita a registrare la miglior performance mettendo a segno un + 12,2%.

top-five-big-data.jpg

Ma come? Non si dava per scontato che il Big Data fosse il business driver in grado di  innescare un nuovo ciclo virtuoso di investimenti?  Insomma, che succede? Improvvisamente dopo anni di crescita a doppia cifra il comparto delinea un volume di spesa più soft. Certo, il clima economico che si è respirato nel corso del 2012 non ha contribuito a dare nuovo ossigeno agli investimenti, ma resta comunque qualche perplessità in ordine alla capacità del Big Data di trascinare un livello di investimenti di gran lunga superiore a quello registrato negli ultimi anni.
Insomma, le aziende che sinora hanno speso per migliorare la gestione dei dati, acquisire nuova conoscenza e avere una piattaforma di supporto alle decisioni più sofisticata e intelligente non sembrano essere più di tanto influenzate dal fenomeno del Big Data: continuano a spendere così come hanno fatto nel passato, magari contenendo la spesa per motivi di ristrettezza di budget. E accanto a questa tipologia di aziende, che ha rappresentato negli anni lo zoccolo duro della business intelligence, non si manifesta un nuovo fenomeno espansivo dettato dall’affermazione del Big Data.
Significa che il Big Data non ha finora dato modo di acquisire un nuovo audience aziendale. I clienti non solo rimangono più o meno gli stessi, ma mediamente spendono meno. Gartner azzarda un’ipotesi relativamente al rallentamento della spesa, ovvero che la decrescita sia imputabile non solo a ragioni economiche, ma a un sentimento di confusione generale che aleggia intorno al Big Data. E non essendovi sufficiente chiarezza, si rimane in stand-by.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di ImpresaCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.

Notizie correlate

Iscriviti alla nostra newsletter

Soluzioni B2B per il Mercato delle Imprese e per la Pubblica Amministrazione

Iscriviti alla newsletter