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Il CIO? Deve fare di meglio, di più, ma con meno risorse

Le aziende sono alla ricerca di un percorso tra ottimizzazione e innovazione. La componente di investimenti mostra una lieve crescita nel 2013.

Cloud
Dai risultati della CIO Survey - ricerca promossa da HP, Microsoft e Telecom Italia e realizzata da Net Consulting (70 i CIO intervistati) - si evidenzia un generale interesse delle aziende verso le tecnologie più innovative. “Le evoluzioni in atto richiedono un cambiamento del ruolo del CIO”, ha dichiarato Giancarlo Capitani. “Il CIO è chiamato a gestire la macchina operativa al meglio, ma allo stesso tempo deve far evolvere l’ecosistema aziendale attraverso nuovi strumenti, nuove competenze, un nuovo approccio, più orientato alla pianificazione e all’evoluzione del business attraverso il contributo dell’ICT” .
Ecco nello specifico quanto emerso nella ricerca.

Tendenze
Nel caso del cloud molte organizzazioni si rivelano ancora prudenti, privilegiando il modello Private Cloud. La crescente mobilità dei dipendenti stimola invece l’adozione di strumenti e soluzioni di Unified Communication & Collaboration, mentre la diffusione della Mobility, oltre ad aumentare gli investimenti per l’acquisto di device (smartphone e tablet), stimola lo sviluppo di applicazioni mobili, in ambito consumer ed enterprise. Rilevanza sempre maggiore, riveste il Social, sia all’interno del contesto aziendale, con la diffusione di Intranet e community basate su logiche di condivisione, sia nella relazione tra azienda e cliente. Il trend dei Big Data indirizza invece attività di revisione delle architetture di storage e l’introduzione di tool di Business Analytics avanzati. Più dell’80% dei CIO intervistati ha progetti in corso o previsti per il 2013 su queste aree, mentre Il tema dell’interconnessione degli oggetti (Internet of Things) appare ancora emergente. 

Le sfide 
Le principali sfide di business delle aziende che hanno partecipato all’attuale edizione della CIO Survey appaiono polarizzate sull’avvio di iniziative finalizzate alla razionalizzazione dei costi. A quest’ultima, tuttavia, seguono la necessità di innovare prodotti e servizi, di migliorare le relazioni con i clienti e ottimizzare i processi per migliorare l’efficacia commerciale e recuperare efficienza. 
Passando alle priorità ICT, nel 2013 le aziende intervistate si concentrano soprattutto sulle attività di consolidamento in ambito applicativo, in un quadro di standardizzazione delle architetture e dei processi IT con l’introduzione o l’ampliamento di modelli di ICT Governance. In ambito infrastrutturale, i progetti avviati si concentrano principalmente su attività di migrazione applicativa, virtualizzazione e   consolidamento, oltre a iniziative in ambito Disaster Recovery e Business Continuity, determinate da esigenze di continuità operativa e di security. In ambito applicativo, i principali progetti IT indirizzano l’esigenza di gestire in maniera efficiente una crescente quantità di dati, nonché di sfruttarli per una migliore conoscenza e gestione di clienti e prospect. In ambito Mobility, il 2013 sarà caratterizzato dall’avvio di progetti di sviluppo di applicazioni su piattaforma mobile finalizzate a un utilizzo sia interno (SFA, WFA, Top Management) sia esterno (app/servizi per il consumatore). 

L’andamento della spesa IT
 
La spesa ICT delle aziende intervistate appare in crescita dell’1,7% nel 2013, a conferma del fatto che si tratta di “panel privilegiato” di aziende, con budget che si posizionano su livelli mediamente elevati e con dinamiche di sviluppo superiori al resto del mercato. E’ una spesa caratterizzata da una prevalenza della componente corrente, di gestione, rispetto alla spesa per investimenti. Tuttavia, la componente di investimenti mostra una lieve crescita nel 2013, segnale positivo che conferma una dinamica di evoluzione in atto presso le aziende del panel. 

L’innovazione 
Le imprese utilizzano varie strategie per portare innovazione al proprio interno, sia in termini di processi aziendali interni, sia nell’evoluzione dell’offering e delle relazioni con il consumatore. Un ruolo importante è svolto dalle società di consulenza strategica in ambito ICT, dalle relazioni continuative con le Università e i Poli Tecnologici, prevalentemente a livello nazionale, con l’obiettivo di sperimentare determinate tecnologie. Dalle risposte date dai CIO emerge un quadro che vede prevalere il ricorso a soggetti esterni all’azienda nel processo di innovazione, piuttosto che una spinta dall’interno: meno del 20% delle aziende ha strutturato al proprio interno un team cross funzionale dedicato all’innovazione; ancora più basso il numero di aziende che hanno identificato una figura con il ruolo di “Responsabile Innovazione”. 

L’evoluzione del CIO e del suo ruolo 
Il CIO ha un’età compresa 46 e i 55 anni, un’anzianità nel ruolo di circa 7 anni, una formazione di tipo tecnico-scientifico e un percorso professionale costruito, nella maggior parte dei casi, all’interno della divisione Sistemi Informativi dell’azienda in cui opera. Questa figura manageriale usa strumenti che permettono di lavorare in mobilità (smartphone, laptop e tablet) e predilige LinkedIn tra i social network. Vive la necessità di portare innovazione in azienda, ma è ancora assorbito dal day by day. Le aziende chiedono ai CIO di gestire la macchina operativa e di intraprendere un percorso di innovazione in azienda, sia in termini di processi interni, sia nell’evoluzione dell’offerta e delle modalità di relaziona con i consumatori.
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